LA SCELTA DI VERONICA

Le farfalle si raccontarono quel che avevano provato nella solitudine del bozzolo e condivisero la gioia di rivedersi e trascorrere di nuovo del tempo insieme. Ora erano un po’ più grandi, più mature e consapevoli di quanto fosse bello condividere anche pochi istanti con le persone amate. Decisero così di godersi ogni attimo del loro futuro, volando felici sul prato, cullate dalla calda aria dell’estate e accarezzate dai raggi del sole. Di tanto in tanto si appoggiavano sui fiori per succhiarne il dolcissimo nettare e riposarsi in compagnia. Dolci erano tutti i momenti trascorsi insieme, molto più di quanto Veronica ricordasse. Comprese che ogni esperienza ha un senso e che anche le emozioni meno positive vanno vissute per poter poi apprezzare maggiormente le piccole gioie della vita. - Ci riabbracceremo…e sarà per sempre! -.

Un mattino, mentre era ancora in dormiveglia, la bruchetta socchiuse gli occhi e si sentì piacevolmente coccolata dalla luce del sole che filtrava timidamente dalle pareti del suo bozzolo, avvolgendola nel suo calore gradevole. Pensò che comunque non si stava poi tanto male in quel rifugio perché aveva il necessario e si sentiva protetta. Quel sacrificio valeva la pena di essere fatto per amore di se stessa e dei suoi amici. Si rese conto che il rumore del vento non c’era più e si svegliò del tutto con un sussulto che le fece vibrare il cuore perché udiva in lontananza il rumore della vita che era tornata ad animare il prato: il ronzio delle api, il gracidare delle rane, le voci dei suoi amici...: - Sì i miei amici, i miei fratelli! Sono loro! La coccinella aveva ragione: ho atteso con pazienza, ora potrò riabbracciarli! -.&nbsp;

Quanto erano importanti quei bei momenti, che tanto dava per scontati?! Ogni tanto pensava alle parole della coccinella: - Se mi ascolterai rivedrai presto i tuoi amici! - e il suo cuore si riempiva di speranza, di affetto per quelle creature a lei tanto care. - Staranno tutti bene? - si chiedeva: - La coccinella sarà riuscita a convincere tutti a stare tranquilli e immobili dov’erano? -. Con un sospiro sussurrò: - Ci riabbracceremo…e sarà per sempre! -. Travolta dai suoi pensieri, Veronica si addormentò profondamente, nel tepore del suo bozzolo, cullata dalle oscillazioni del vento che scuoteva prepotentemente il ramoscello al quale era aggrappata.&nbsp;

Tanto tempo fa, in un prato fiorito, abitava una simpatica bruchetta di nome Veronica che trascorreva le giornate in allegra compagnia dei suoi amici.&nbsp; A dire il vero era un po’ vivace: a scuola qualche volta la maestra la riprendeva perché non resisteva proprio alla tentazione di fare la spiritosa e i suoi compagni ridevano a crepapelle nel bel mezzo delle lezioni. Veronica amava trascorrere le sue giornate all’aria aperta: strisciava in lungo e in largo sul prato, tra i freschi fili di tenera erba e i fiori profumati e variopinti; cantava a squarciagola e ballava instancabilmente sulle corolle dei fiori.

Improvvisamente il vento iniziò a soffiare forte e a scuotere il gambo del fiore al quale era aggrappata così Veronica, spaventata, si attorcigliò intorno allo stelo e vi passò tutta la notte, sola e impaurita. L’indomani il cielo era più sereno, il sole splendeva timido e riscaldava le creature del prato, Veronica si svegliò con tanti buoni propositi e si incamminò verso la scuola…fu però nuovamente assalita da una fame incredibile e ricominciò a sgranocchiare voracemente altre tenere e deliziose foglioline.

Le pareti del bozzolo iniziarono a scricchiolare, Veronica aveva quasi timore ad uscire dal suo rifugio, ma il desiderio e la voglia di tornare a vivere nel suo prato, tra i suoi amici, erano vivi più che mai. Provò a muoversi però si sentiva strana…come se qualcosa nel suo corpo e nella sua anima fosse cambiato. Era confusa e non capiva cosa le stesse succedendo. Il bozzolo iniziò a sgretolarsi e i raggi del sole filtrarono decisi, dall’esterno. Il calore dell’estate al suo inizio le regalò una sensazione meravigliosa. Finalmente il rumore aveva rotto il silenzio e il buio aveva lasciato posto alla luce del sole. Veronica, piena di energia, si spinse verso l’esterno del suo riparo e si accorse di avere meravigliose e leggere ali che le permettevano di volare. Le guardò affascinata, grandi, delicate e colorate, brillare sotto il sole: si era trasformata in una bellissima farfalla! Fu subito raggiunta dai suoi amici e l’incontro fu carico di emozione.&nbsp;

Presto il cielo divenne di nuovo grigio e si alzò un vento impetuoso. Veronica provò a tornare verso casa ma una voce urlò: - Fermati bruchetta! Non lasciare lo stelo del tuo amico fiore, è in arrivo il Vento Malandrino! -. - Chi sta parlando? - chiese la bruchetta intimorita. - Sono Irma, la coccinella, ho osservato altre volte il Vento Malandrino: arriva prepotente e soffia sul prato, trascinando con sé tutti gli insetti che lo ignorano -. - Io non posso restare ferma dove sono! - si lamentò Veronica: -Devo raggiungere i miei amici!-.

A Veronica S., la farfalla più solare e coraggiosa che possa esistere.

Ai miei figli, Nicola, Serena e Marco.

A voi bambini che vivete una qualsiasi condizione di isolamento, regalo questo racconto perchè possiate pensare positivo e alimentare la consapevolezza che il vostro sacrificio vi regalerà un futuro più sereno.

Aggiunse la coccinella: - Fidati di me piccolina! Aggrappati a un ramoscello e sforzati di stare tranquilla: è l’unico modo per evitare che il Vento Malandrino ti trascini con sé! Se mi ascolterai rivedrai presto i tuoi amici! Ti saluto, volo ad avvisare tutte le creature del prato -. Veronica non sapeva se la coccinella fosse sincera ma, voltandosi, vide il vento trascinare via alcuni insetti che poco prima camminavano indisturbati. Decise così di ascoltare il consiglio della saggia coccinella. Il vento continuò a soffiare per molti giorni. Lei si sentiva sola e triste, pensava ai giorni precedenti trascorsi in allegra compagnia degli amici e un'improvvisa nostalgia l'assalì.&nbsp;

Veronica si reggeva agli steli dei fiorellini che la ospitavano e sgranocchiava voracemente tutte le foglie che vedeva. Si sentiva sempre più stanca e annoiata. Un giorno iniziò a costruire un bellissimo bozzolo, dove potersi riparare dal quel vento insopportabile che soffiava sempre più forte. Chiusa nel suo rifugio, si sentiva ancora più sola e persa, nel buio di quel riparo che però allo stesso tempo la rassicurava, proteggendola. Iniziò a pensare ai bei momenti trascorsi nel prato. - Quanto mi mancano gli amici e i miei fratelli, persino i rimproveri della maestra alle mie battute, durante le lezioni! -.&nbsp;

La bruchetta era golosa delle tenere e verdi foglioline che crescevano sugli steli dei fiori e di tanto in tanto le sgranocchiava golosamente. Un giorno l’appetito iniziò a crescere e divorò moltissime foglie, tanto da non accorgersi che il tempo era passato in fretta e aveva scordato un appuntamento con gli amici. Pensò che questi fossero arrabbiati ma, riflettendo, si rese conto che quel giorno nel prato pochi bruchi passeggiavano e nessuno l’aveva cercata. Disse tra sé e sé: - Davvero strano! Dove saranno spariti tutti?-. Era così sazia e stanca che si addormentò, aggrappata al picciolo di una foglia.

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