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IL PERCORSO E LA META

by Maria Novella Anselmi

Pages 8 and 9 of 56

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... Il Sacro Bosco di Bomarzo,

un viaggio iniziatico

tra le meraviglie del parco dei “mostri”
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“Tu ch’entri qua pon mente parte a parte e dimmi poi se tante meraviglie sien fatte per inganno o pur per arte”, sentenzia una sfinge, e l’altra: “Chi con ciglia inarcate et labra strette non va per questo loco manco ammira le famose del mondo moli sette”, ovvero le sette meraviglie del mondo. 
Entrambe accolgono con queste parole chiunque entri e inizi a percorrere uno dei parchi più suggestivi d’Italia,
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In effetti, come suggerisce una delle sfingi all’ingresso del parco, è impossibile incamminarsi per i suoi sentieri e inoltrarsi nella lussureggiante vegetazione senza fermarsi, con gli occhi spalancati di meraviglia e con la bocca che emette un’espressione di sorpresa, ogni volta che s’incontra una delle sculture disseminate lungo l’intero percorso. Ovvero ogni poco, perché le monumentali statue sono davvero tante, e ognuna risponde con grande varietà e fantasia all’inevitabile necessità di sorprendere.

Probabilmente intento del committente Pier Francesco Orsini, detto Vicino (Roma, 1523 – Bomarzo, 1585), era proprio questo:
creare un luogo di meraviglia, nel quale, una volta entrati, ci si lasci abbandonare senza più pensare a niente, lasciando la mente libera d’incantarsi trasportata in un mondo unicamente costituito da creature fantastiche e da edifici strani. Il tutto immerso in una fitta vegetazione che contribuisce alla percezione di trovarsi racchiuso in un luogo magico, estraneo alla realtà.