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Giro del mondo in 90 giorni

by Beatrice De Santis

Cover

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GIRO DEL MONDO
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BEATRICE-TERESA-GEREMIA-NICOLO'-GABRIEL
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IN 90 GIORNI
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CAPITOLO 1
Inizia il viaggio
CAPITOLO 2
Arrivo al Polo Sud
C’era una volta un pappagallo di nome Buddy. Era un pappagallo di razza Ara Macao; il suo manto era variopinto con colori accesi: rosso, giallo, blu, nero e bianco. Viveva in Brasile, nella foresta Amazzonica, con la sua famiglia. Un giorno, fu incaricato dal suo branco di trovare un luogo che avesse un clima più adatto a loro ed il capo gruppo dette a lui questo compito mettendogli a disposizione 90 giorni di tempo. Se non avesse trovato un nuovo posto dove vivere, molti dei suoi amici sarebbero morti fino all’estinzione della sua specie. Così, la sera dello stesso giorno, partì alla ricerca di questa nuova casa per tutti. Portò con sé alcune cose: un taccuino dove disegnare la strada, una penna, cibo, un kit di emergenza e il suo amuleto, la piuma che gli era stata donata da suo nonno prima di morire. Sorvolò il mare per giorni e giorni fino ad arrivare in un luogo che non aveva mai visto.
Era freddo e Buddy era stupito per quel paesaggio. Il sole batteva sulla neve dandole un effetto cristallino, ma quel momento di stupore durò poco, perché in lontananza, vide qualcuno chiedere aiuto. Man mano che si avvicinava il grido diventava sempre più forte. Buddy era spaventato, perché non aveva mai visto una creatura del genere, non sapeva se era buona o cattiva o peggio, se mangiava pappagalli! In quel breve volo Buddy cercava di capire chi fosse quell’animale, si chiedeva: “Forse è un orso polare oppure un uccello pericoloso, come quelli di cui mi parlava mio nonno, come lo pterodattilo, o forse un cane o un gatto. Ci sono! Un criceto! È uguale solo che è un po’ più grande”. Buddy arrivato sopra lo strano animale vide che il pezzo di ghiaccio su cui era, si stava sciogliendo, e la povera bestiola era ferita a una zampa e non riusciva a muoversi.
CAPITOLO 1
Inizia il viaggio
CAPITOLO 2
Arrivo al Polo Sud
Era freddo e Buddy era stupito per quel paesaggio. Il sole batteva sulla neve dandole un effetto cristallino, ma quel momento di stupore durò poco, perché in lontananza, vide qualcuno chiedere aiuto. Man mano che si avvicinava il grido diventava sempre più forte. Buddy era spaventato, perché non aveva mai visto una creatura del genere, non sapeva se era buona o cattiva o peggio, se mangiava pappagalli! In quel breve volo Buddy cercava di capire chi fosse quell’animale, si chiedeva: “Forse è un orso polare oppure un uccello pericoloso, come quelli di cui mi parlava mio nonno, come lo pterodattilo, o forse un cane o un gatto. Ci sono! Un criceto! È uguale solo che è un po’ più grande”. Buddy arrivato sopra lo strano animale vide che il pezzo di ghiaccio su cui era, si stava sciogliendo, e la povera bestiola era ferita a una zampa e non riusciva a muoversi.
Cercava di saltare sull’altro blocco di ghiaccio, ma era troppo lontano e non poteva arrivarci a nuoto, così chiese aiuto al volatile sopra di lui: “Ti prego aiutami! Sto affondando e potrei morire!”
DISEGNO DEL PINGUINO BLOCCATO SUL BLOCCO DI GHIACCIO DI GEREMIA FALCIONE
Buddy si guardò intorno e non poco distante da lui, c’era una corda sul ghiaccio. In fretta la prese, la legò intorno alla vita dell’animale e con tutta la sua forza lo sollevò. Poi, con il becco cominciò a picchiettare sul ghiaccio e dopo aver trovato quello più solido, con delicatezza lo poggiò sul pezzo di ghiaccio.
Tutte e due ripresero fiato per lo spavento e dopo un po’, Buddy si accorse che la strana creatura era proprio affianco a lui. Saltò in aria per lo spavento e cadde con la faccia per terra.
La creatura si mise a ridere e Buddy gli lanciò un’occhiata di rabbia, ma anche per la vergogna per la caduta così divertente per qualcuno. Il pappagallo dopo essersi rialzato da terra, chiese all’animale: “Chi sei? E perché eri bloccato su quel blocco di ghiaccio? Come hai fatto a farti male alla zampa?”. Il povero animale non aveva il tempo di rispondere che Buddy già chiedeva qualcos’altro.
Così, con calma, l’animale gli disse: “Ciao, mi chiamo Skipper, sono un pinguino Aptenodytes, ora sei al Polo Sud, l’unico posto dove puoi sempre trovarmi. Ero bloccato su quel blocco di ghiaccio, perché, mentre stavo riposando su quell’iceberg, un pezzo si è staccato improvvisamente e, per la caduta sul ghiaccio, mi sono fatto male alla zampa”. Buddy era sorpreso, perché non sapeva cos’era un “pinguino”, nessuno gliene aveva mai parlato ed era impreparato. Così chiese a Skipper di spiegarli cos’era un pinguino e Skipper gli espose quale essere strano era.
"Di solito viviamo nelle zone antartiche, sulle coste meridionali dei continenti, pensa, che ci sono alcune specie di pinguini anche sulle coste dell’Africa meridionale e nelle isole Americane fino al Cile e anche in Brasile”. A quelle ultime parole, Buddy si ricordò della sua famiglia e della sua missione, ma era curioso di sapere com’era possibile che il pinguino non avesse freddo con quelle temperature così basse e la causa che provocava il distaccamento di un pezzo di ghiaccio da un iceberg, perciò gli disse: “Come fai a non avere freddo con questo tipo di clima?”.
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