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Diversi ma uguali

by Valeria Tagni

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Comic Panel 1
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DIVERSI
MA UGUALI
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STORYTELLING 2023
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Era una giornata piovosa di Aprile e a me non dispiaceva affatto, anzi non aspettavo altro per correre sul prato bagnato e sentire l’acqua scivolare sul mio volto.
Lo facevo spesso perché mi ricordava l’odore di terra bagnata del Brasile oltre che regalarmi una sensazione di libertà e spensieratezza.
Ad un tratto, i miei piedi che si rincorrevano l’un l’altro fradici e inzuppati d’acqua e i miei occhi proiettati verso il cielo plumbeo si fermarono, il suono delle campane mi riportò alla realtà; guardai l’orologio e mi accorsi che erano già le 17.00. Dovevo tornare a casa per cambiarmi, prendere il regalo e andare di corsa alla festa di compleanno della mia migliore amica Chiara.
Iniziò tutto il 9 settembre del 2022; erano le 7.30 del mattino ed ero appena salita sull’autobus che mi avrebbe condotta nella nuova scuola che avrei dovuto frequentare in Italia. Mi sedetti nell’unico posto vuoto, vicino a una ragazza sicuramente più grande di me. Era alta, con i capelli biondi a caschetto e gli occhi verde smeraldo.
Il viso era delicato, con pelle chiara e labbra carnose. Insomma, era del tutto il contrario di me! Da come era vestita e dai gioielli che portava si vedeva che era una ragazza ricca. Mi colpì il suo trucco leggero, che la faceva sembrare più grande.
Stava guardando il telefono e non mi notò nemmeno. L’autobus si fermò e vidi una grande folla di ragazzi che si precipitavano verso la porta d’uscita. Gli alunni di prima erano curiosi di vedere in quali classi fossero finiti e c’era molta tensione, perché volevano essere in classe con gli amici delle elementari e avevano paura dei nuovi insegnanti e dei nuovi compagni. Io, invece, non ero per niente ansiosa, dato che ero appena arrivata in Italia e per me era tutto nuovo: il Paese, la scuola, gli amici.
Sentii pronunciare il mio nome e senza fretta entrai nella mia nuova classe, la 1D. Il mio posto era in prima fila, davanti alla cattedra, vicino alla ragazza che avevo già incontrato in pullman. Mi sembrava strano, pensavo fosse più grande; io la guardavo e le sorridevo, mentre lei evitava il mio sguardo e quando cercavo di parlarle si girava o rispondeva in modo arrogante e svogliato. 
La prof della prima ora ci chiese di presentarci raccontando qualcosa che ci rappresentava.
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