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venerdì 1 aprile 2022Loading...
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ORIANA FALLACI:
IL DIRITTO
DI ESSERE
LIBERA
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La vita di Oriana FallaciLoading...
Oriana Fallaci, nata a Firenze il 29 giugno 1930, nel ventennio fascista, in una famiglia liberale ed impegnata politicamente, sin da bambina ha respirato il bisogno di chiarezza e il desiderio di libertà
A dieci anni entra con il padre nel movimento clandestino di resistenza, diventa membro del corpo dei volontari per la libertà contro il Nazismo e a quattordici anni, riceve un riconoscimento d’onore dall’Esercito Italiano per il suo attivismo durante la guerra.
Ha vissuto gli ultimi anni della sua vita a New York, inizia la carriera di giornalista con articoli di cronaca, ma presto comincia ad intervistare personaggi politici di rilievo ed a seguire gli eventi internazionali.
LA RES PUBLICA
Una donna che ha scelto
“La rivoluzione più grande è, in un paese, quella che cambia le donne e il loro sistema di vita. Non si può fare la rivoluzione senza le donne. Forse le donne sono fisicamente più deboli ma moralmente hanno una forza cento volte più grande.”
(dal “Sesso inutile”)
(dal “Sesso inutile”)
Izabela, morta perché non poteva abortire: la Polonia sotto accusa per la sua legge contro le donne.
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Sfida allo status quo:
Fallaci e Medea
Fallaci e Medea
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Oltre i dogmi:
Oriana Fallaci e la ricerca della verità.
Questo è un frammento del suo ultimo articolo pubblicato dal Corriera della Sera, intitolato: “Il nemico che trattiamo da amico”. La scrittrice fiorentina cercava di scuotere l’occidente che appariva cieco di fronte al pericolo. La sua crociata aveva preso il via dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 negli Stati Uniti. Nel mirino della Fallaci c’è prima di tutto l’Europa che a sua detta ‘’si stava scavando la propria tomba’’. ‘’Ero un pezzo di ghiaccio. Anche il mio cervello era ghiaccio. Non ricordo nemmeno se certe cose le ho viste sulla prima torre o sulla seconda. La gente che per non morire bruciata viva si buttava dalle finestre degli ottantesimi o novantesimi piani, ad esempio. Rompevano i vetri delle finestre, le scavalcavano, si buttavano giù come ci si butta da un aereo avendo addosso il paracadute, e venivano giù così lentamente. Agitando le gambe e le braccia, nuotando nell’aria. Sì, sembravano nuotare nell’aria. E non arrivavano mai. Verso i trentesimi piani, però, acceleravano. Si mettevano a gesticolar disperati, suppongo pentiti, quasi gridassero help-aiuto-help. E magari lo gridavano davvero. Infine cadevano a sasso e paf!’’ (La rabbia e l’orgoglio, 29-09-2001) La Fallaci fa una critica proprio nei confronti del via libera alla costruzione
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di moschee sulla base di “bugie di integrazione, la farsa del pluriculturalismo”. Il mito da sfatare, come detto precedentemente, è quello di un “Islam Moderato”. La scrittrice vuole smascherare il tentativo di farci credere che il nemico sia costituito da un’esigua minoranza e che quella esigua minoranza vive nei paesi lontani. ‘’Il nemico non è un’esigua minoranza ma ce lo abbiamo in casa… È un nemico che a colpo d’occhio non sembra un nemico. Senza la barba, vestito all’occidentale, col permesso di soggiorno… per questo non lo temiamo e lo “trattiamo da amico” ma in realtà ci odia e ci disprezza. Questo nemico trasforma le moschee in campi di addestramento per terroristi e caserme. L’islam è il Corano e il Corano è incompatibile con la libertà, con la Democrazia, con i Diritti Umani e con il Concetto di Civiltà.’’ Una buona parte della responsabilità della perdita di orientamento dell’Occidente viene attribuita all’indulgenza che la Chiesa Cattolica professa nei confronti dell’Islam, continuando ad evidenziare il patrimonio comune tra le tre grandi religioni monoteistiche: cristiana, ebraica e islamica. Per la scrittrice non esiste nessun patrimonio in comune poiché Allah non ha nulla in comune con il Dio del Cristianesimo che predica l’amore e il perdono, che vede gli uomini come figli a differenza di Allah che
li considera come sudditi; un Dio che nel corano chiama cani-infedeli coloro che credevano in un altro Dio e li puniva con la morte. "Ho visto le mussulmane la cui vita vale meno di una vacca o un cammello" scrive una giovanissima Oriana nel suo primo reportage sulla condizione delle donne nei paesi islamici. "Vi sono donne nel mondo che ancora oggi vivono dietro la nebbia fitta di un velo come attraverso le sbarre di una prigione." Una prigione che si estende dall'oceano Atlantico all'oceano Indiano: è il mondo dell'Islam, dove nonostante i "fermenti di ribellione" le regole riservate alle donne sono immote da secoli. Oggi, in virtù del disastro occidentale in Afghanistan, si fa un gran parlare della necessità d'instaurare un dialogo con i talebani, mentre la Fallaci, con ogni probabilità, avrebbe ricusato ogni ipotesi in merito e magari si sarebbe scandalizzata per le modalità del ritiro, oltre che per l'abbandono
di quel popolo.
di quel popolo.
LA RES PUBLICA
Friday, 1st april 2022
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Liceo classico N. Zingarelli, Cerignola
ORIANA
FALLACI:
THE RIGHT
TO BE
FREE
FALLACI:
THE RIGHT
TO BE
FREE
Oriana Fallaci's life
Oriana Fallaci was born in Florence on 29 June 1930, in the Fascist period, in a liberal and politically committed family. Since she was a child she has breathed the need for clarity and the desire for freedom.
At the age of ten, she joined the underground resistance movement with his father, became a member of the volunteer corps for freedom against Nazism, and at the age of fourteen, she received an honour award from the Italian Army for her activism during the war.
She lived the last years of his life in New York, she began her career as a journalist with news articles, but soon she started to interview prominent political figures and follow international events.
LA RES PUBLICA
A woman who chose
"The greatest revolution in a country is the one that changes women and their way of life. You can’t make a revolution without women. Perhaps women are physically weaker but they morally have a hundred times greater strength than men."
(from the "Sesso inutile")
(from the "Sesso inutile")
Izabela, dead because she could not abort: Poland accused for its law against women.
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