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ORIANA FALLACI 4CS

by Silvia Dicesare

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LA RES PUBLICA
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venerdì 1 aprile 2022
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Creato dalla 4cs
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Liceo classico N. Zingarelli, Cerignola
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ORIANA
FALLACI:
IL DIRITTO
DI ESSERE
LIBERA
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La troviamo in luoghi e situazioni che l'hanno segnata nello spirito e nel corpo: la strage di Città del Messico, la guerra in Vietnam, la guerra nel Golfo, New York il giorno dell'attentato alle Due Torri, per citarne alcuni.Nel 1969 pubblica "Niente e così sia" un libro sul Vietnam e sulla guerra.Nel 1975 scrive " Lettera ad un bambino mai nato" scaturito dal dolore per la perdita di un bambino.Ed è ancora per il dolore di una perdita che nel 1979 esce "Un uomo", scritto in seguito alla morte del suo compagno Alekos Panagulis .
Scrittrice appassionata e polemica, ha scritto molti libri che sono stati oggetto di accesi dibattiti con la creazione di due fronti pro e contro Oriana Fallaci da ricordare: "La rabbia e l'orgoglio" uno sfogo duro e appassionato risposta all'orrore dell'11 settembre 2001.
Oriana Fallaci ha combattuto la sua ultima battaglia, contro il cancro, che alla fine l'ha uccisa il 15 Settembre 2006 a Firenze.
Di lei ci sono rimasti, oltre ai molti articoli, dodici libri, tradotti in molte lingue, che hanno già venduto milioni di copie, l'esempio e la voce coraggiosa di una donna libera.

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La vita di Oriana Fallaci
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Oriana Fallaci, nata a Firenze il 29 giugno 1930, nel ventennio fascista, in una famiglia liberale ed impegnata politicamente, sin da bambina ha respirato il bisogno di chiarezza e il desiderio di libertà
A dieci anni entra con il padre nel movimento clandestino di resistenza, diventa membro del corpo dei volontari per la libertà contro il Nazismo e a quattordici anni, riceve un riconoscimento d’onore dall’Esercito Italiano per il suo attivismo durante la guerra.
 Ha vissuto gli ultimi anni della sua vita a New York, inizia la carriera di giornalista con articoli di cronaca, ma presto comincia ad intervistare personaggi politici di rilievo ed a seguire gli eventi internazionali.
LA RES PUBLICA
Una donna che ha scelto

Oriana Fallaci ha vissuto in prima persona il tema del diritto alla salute delle donne subendo più aborti spontanei e intervenendo sul dibattito che infervorava. Ecco le sue dichiarazioni sull’argomento che la donna ha esposto in un’intervista:
“Mi dispiace essere la prima donna a intervenire, ma la quarta a intervenire. Qui si sta parlando un problema che riguarda principalmente le donne e, come al solito, il dibattito prende avvio da due uomini… Io mi auguro che stasera ognuno di noi dimentichi che l’aborto non è un gioco politico. Che a restare incinte siamo noi donne, che a partorire siamo noi donne, che a morire partorendo o abortendo siamo noi. E che la scelta tocca dunque a noi. A noi donne. E dobbiamo essere noi donne a prenderla, di volta in volta, di caso in caso, che a voi piaccia o meno. Tanto se non vi piace, siamo lo stesso noi a decidere. Lo abbiamo fatto per millenni. Abbiamo sfidato per millenni le vostre prediche, il vostro inferno, le vostre galere. Le sfideremo ancora.”
Una donna che ha conosciuto la sofferenza e ha voluto dare ad ogni donna la possibilità di scegliere per la propria vita.
Tale volontà di Oriana Fallaci viene concretizzata nell’approvazione della Legge 194, istituita nel 1978. Tale Legge è volta alla tutela delle donne, infatti prima di allora, l’interruzione volontaria di gravidanza era considerata un reato penale.
Con la Legge 194 del 1978 si è stabilito che una donna può effettuare un’interruzione volontaria di gravidanza in una struttura pubblica entro i primi 90 giorni e se è un aborto terapeutico entro il secondo trimestre.
Ma l’interesse verso tale argomento non cessò dopo l’approvazione della legge, anzi tenne banco anche negli anni successivi.
Infatti il 2 febbraio 1980 la formazione cattolica Movimento per la Vita, formatasi poche settimane prima, presentò in Cassazione la richiesta di raccolta di firme per un referendum abrogativo di quella parte di testo che permetteva l'aborto anche per scopi non terapeutici e cancellava le sanzioni penali a chi praticasse interruzione di gravidanza.
Secondo la Libera associazione italiana   ginecologi per l'applicazione della legge 194 (Laiga), nel 2017 solo il 59% degli ospedali italiani prevede il servizio di interruzione volontaria di gravidanza, in particolare per quanto riguarda i casi successivi al terzo mese. Il 41% degli ospedali italiani sarebbe pertanto non in conformità con quanto previsto dalla legge 194, infatti a quarant'anni dalla sua adozione, il pieno accesso all'interruzione volontaria di gravidanza come prevista dalla legge resta ancora da garantire.
La rivoluzione più grande è, in un paese, quella che cambia le donne e il loro sistema di vita. Non si può fare la rivoluzione senza le donne. Forse le donne sono fisicamente più deboli ma moralmente hanno una forza cento volte più grande.” 
(dal “Sesso inutile”)
Izabela, morta perché non poteva abortire: la Polonia sotto accusa per la sua legge contro le donne.
 
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Proteste in Polonia dopo la morte di una donna di 30 anni, Izabela, avvenuta secondo quanto denunciato dalla famiglia dalle restrizioni contenute nella nuova legge sull’aborto che vieta l’interruzione di gravidanza in caso di effetti congeniti.

Alla 22esima settimana di gravidanza, i medici le hanno riscontrato la mancanza di liquido amniotico causata da un anticipata rottura delle acque, cosa che può portare danni gravi al feto. A quel punto la donna è stata ricoverata ma i medici hanno deciso di non operarla, lasciando che il feto morisse “naturalmente”.
Le condizioni di Izabela si sono aggravate, come riferito dal suo avvocato e in un altro messaggio inviato dalla stessa alla madre: “ Mi hanno fatto una flebo perché tremavo per la febbre molto alta. Avevo 39.9. Qui non c’è nessuno, l’ho detto ai medici che non mi sento bene ma nessuno fa niente”. Poco dopo quando i medici hanno constatato il decesso del feto, era troppo tardi.
Izabela è stata sottoposta a taglio cesareo ma durante l’intervento è morta.

Viviamo in un mondo difficile, e seppur questo discorso possa essere considerato egoistico, la vita di una donna è già complicata anche senza la presenza di un figlio indesiderato. Lo Stato dovrebbe appoggiare l’interruzione volontaria di gravidanza secondo le norme, e lasciare alle singole coscienze la facoltà di scegliere sulla base delle proprie convinzioni, dei propri valori ed ideali.
“Forse le donne sono fisicamente più deboli ma moralmente hanno una forza cento volte più grande.”Fin dall’ antichità, la donna è stata dipinta come figura determinante per la sorte dell’umanità. Già ne “Le opere e i giorni” di Esiodo, la mekanè utilizzata per ristabilire il kosmos e che invece scatenerà il kaos sarà proprio Pandora, una donna creata dagli dei per ingannare l’uomo. Riflettendoci bene, la vera creatura polutropos è la donna e non l’ uomo. Una donna in grado di difendere il trono del proprio coniuge ormai lontano dalla patria per dieci anni (Penelope), una donna audace, che, per amore del marito, è pronta a sacrificarsi o addirittura a tradire la patria e uccidere i propri figli(come è accaduto per Alcesti e Medea). Quest’ ultima è forse l’emblema della donna versatile e multiforme. La Medea presentataci da Euripide è la donna sofè, capace di escogitare trame insidiose e di utilizzare le arti magiche ereditate dalla maga Circe, una donna dal tumos violento e irrazionale, ma che in alcune scene appare incredibilmente lucida e in grado di bilanciare l’equilibrio delle sue passioni interiori. Forse, nonostante l’evidente rancore covato, ciò che ci stupisce di più è l’imprevedibilità della donna e la naturalezza con cui possa arrivare a essere una mater ameter (madre snaturata). Nel mondo contemporaneo, invece, l’emblema della donna multiforme è senza dubbio la figura della giornalista e scrittrice italiana Oriana Fallaci. La privazione della libertà personale, è stato uno degli errori più grandi del passato ma tuttora ancora presenti. Nel mondo greco il concetto di libertà era ben differente dal significato attuale. Gli stranieri, come anche le donne, venivano privati di partecipare alla vita della polis, nonostante spesso essi fossero più intelligenti e preparati degli altri. Il modello perfetto ci viene presentato con la Medea, ella era infatti istruita delle arti della magia e grazie ai suoi incantesimi, aiuta Giasone (per volere di Afrodite che la fa innamorare di suo figlio) a portare a termine la sua impresa ossia rubare il Vello D’oro. Medea è una donna forte, diversa dalle altre e Oriana Fallaci spera che tutte le donne del mondo prendano conoscenza del fatto che esse valgono più di come sono sempre state trattate.
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Sfida allo status quo:
Fallaci e Medea
La lotta di Oriana Fallaci si incentra proprio su questo: una donna deve essere consapevole di ciò che è in grado di fare e non avendo nulla da invidiare all’uomo deve credere di poter fare la differenza, non dispone un fisico forte quanto quello dell’uomo (come dimostrato dalla scienza) ma può contare sul fatto di avere una mente eccezionale. Proprio da questo concetto di uguaglianza parte la lotta allo “status quo” della Fallaci e di altre donne del passato. Spesso la donna soprattutto nei secoli scorsi è stata estraniata da molti lavori che, secondo la concezione del passato, erano più “adatti” agli uomini. Uno degli esempi più plateali è il fatto che le donne non potessero diventare magistrate per ragioni biologiche legate al fatto di essere troppo impulsive ed emotive.. E questo è solo uno dei tanti esempi per i quali la donna nel corso dei secoli è stata esclusa e ritenuta non adatta a lavori di maggior spicco e con un’importante rilevanza sociale. Con il passare del tempo questi stereotipi sono stati abbattuti e fortunatamente nel mondo odierno le donne ricoprono importanti cariche istituzionali e partecipano attivamente alla vita politica. Chi si affaccia oggi e si affaccerà nel prossimo futuro nelle relazioni, che siano personali o mediate, online, dovrebbe avere ben chiaro il concetto di parità, ma anche quello di rispetto. Agire sulla cultura della parità e delle più giovani non può che avere un risvolto positivo per tutte e tutti. In alcune zone del mondo purtroppo non è cosi ma siamo consapevoli del fatto che la lotta allo “status quo” della donna non è ancora finita, anzi, è appena cominciata.
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Oltre i dogmi:
Oriana Fallaci e la ricerca della verità.


Questo è un frammento del suo ultimo articolo pubblicato dal Corriera della Sera, intitolato: “Il nemico che trattiamo da amico”. La scrittrice fiorentina cercava di scuotere l’occidente che appariva cieco di fronte al pericolo. La sua crociata aveva preso il via dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 negli Stati Uniti. Nel mirino della Fallaci c’è prima di tutto l’Europa che a sua detta ‘’si stava scavando la propria tomba’’. ‘’Ero un pezzo di ghiaccio. Anche il mio cervello era ghiaccio. Non ricordo nemmeno se certe cose le ho viste sulla prima torre o sulla seconda. La gente che per non morire bruciata viva si buttava dalle finestre degli ottantesimi o novantesimi piani, ad esempio. Rompevano i vetri delle finestre, le scavalcavano, si buttavano giù come ci si butta da un aereo avendo addosso il paracadute, e venivano giù così lentamente. Agitando le gambe e le braccia, nuotando nell’aria. Sì, sembravano nuotare nell’aria. E non arrivavano mai. Verso i trentesimi piani, però, acceleravano. Si mettevano a gesticolar disperati, suppongo pentiti, quasi gridassero help-aiuto-help. E magari lo gridavano davvero. Infine cadevano a sasso e paf!’’ (La rabbia e l’orgoglio, 29-09-2001) La Fallaci fa una critica proprio nei confronti del via libera alla costruzione
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Giornalista, scrittrice e amante della vita… cresciuta durante la Seconda guerra mondiale, figlia di un padre partigiano torturato dai fascisti, Oriana è diventata adulta con l’immenso desiderio di raccontare la guerra, quella che lei stessa definì “inutile e sciocca”. Infatti durante la sua carriera giornalistica oltre a essersi occupata dei diritti delle donne, ha intervistato grandi personaggi, è stata inviata speciale di guerra e ha seguito con estrema attenzione i conflitti dal Vietnam al Medio Oriente. Denunciare la fandonia dell’Islam moderato è stata l’ultima crociata della combattente Oriana Fallaci. La scrittrice aveva cercato in tutti modi di costringere l’Occidente ad aprire gli occhi e stracciare il velo dell’ipocrisia per riconoscere quella che per lei è l’innegabile verità. “Continua anche la panzana che l’islam è una religione di pace, che il corano predica la misericordia, l’amore e la pietà. Come se Maometto fosse venuto al mondo con un ramoscello d’ulivo in bocca e fosse morto crocifisso insieme a Gesù. Come se non fosse stato anche lui un tagliateste e anziché orde di soldati con le scimitarre ci avesse lasciato San Matteo e San Marco e San Luca e San Giovanni intenti a scrivere gli Evangeli”.

di moschee sulla base di “bugie di integrazione, la farsa del pluriculturalismo”. Il mito da sfatare, come detto precedentemente, è quello di un “Islam Moderato”. La scrittrice vuole smascherare il tentativo di farci credere che il nemico sia costituito da un’esigua minoranza e che quella esigua minoranza vive nei paesi lontani. ‘’Il nemico non è un’esigua minoranza ma ce lo abbiamo in casa… È un nemico che a colpo d’occhio non sembra un nemico. Senza la barba, vestito all’occidentale, col permesso di soggiorno… per questo non lo temiamo e lo “trattiamo da amico” ma in realtà ci odia e ci disprezza. Questo nemico trasforma le moschee in campi di addestramento per terroristi e caserme. L’islam è il Corano e il Corano è incompatibile con la libertà, con la Democrazia, con i Diritti Umani e con il Concetto di Civiltà.’’ Una buona parte della responsabilità della perdita di orientamento dell’Occidente viene attribuita all’indulgenza che la Chiesa Cattolica professa nei confronti dell’Islam, continuando ad evidenziare il patrimonio comune tra le tre grandi religioni monoteistiche: cristiana, ebraica e islamica. Per la scrittrice non esiste nessun patrimonio in comune poiché Allah non ha nulla in comune con il Dio del Cristianesimo che predica l’amore e il perdono, che vede gli uomini come figli a differenza di Allah che
li considera come sudditi; un Dio che nel corano chiama cani-infedeli coloro che credevano in un altro Dio e li puniva con la morte. "Ho visto le mussulmane la cui vita vale meno di una vacca o un cammello" scrive una giovanissima Oriana nel suo primo reportage sulla condizione delle donne nei paesi islamici. "Vi sono donne nel mondo che ancora oggi vivono dietro la nebbia fitta di un velo come attraverso le sbarre di una prigione." Una prigione che si estende dall'oceano Atlantico all'oceano Indiano: è il mondo dell'Islam, dove nonostante i "fermenti di ribellione" le regole riservate alle donne sono immote da secoli. Oggi, in virtù del disastro occidentale in Afghanistan, si fa un gran parlare della necessità d'instaurare un dialogo con i talebani, mentre la Fallaci, con ogni probabilità, avrebbe ricusato ogni ipotesi in merito e magari si sarebbe scandalizzata per le modalità del ritiro, oltre che per l'abbandono
di quel popolo.
LA RES PUBLICA
Friday, 1st april 2022
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Liceo classico N. Zingarelli, Cerignola
ORIANA

FALLACI:

THE RIGHT

TO BE

FREE
We find it in places and situations that have marked it in spirit and body: the massacre of Mexico City, the war in Vietnam, the war in the Gulf, New York on the day of the attack on the Two Towers, to name a few. In 1969 he published "Niente e così sia" a book about Vietnam and war.In 1975 she wrote " Lettera ad un bambino mai nato" resulting from the pain of the loss of a child.And it is still for the pain of a loss that in 1979 came out "Un uomo" written following the death of his comrade Alekos Panagulis.

Passionate and polemical writer, she has written many books that have been the subject of heated debates with the creation of two sides pro and against Oriana Fallaci. We should remember: "La rabbia e l'orgoglio" as an hard and passionate response to the horror of September 11, 2001.

Oriana Fallaci fought her last battle, against cancer, which finally killed her on September 15, 2006 in Florence.

In addition to many articles, only twelve books have left, translated into many languages, which have already sold millions of copies, the example and the courageous voice of a free woman.
Oriana Fallaci's life

Oriana Fallaci was born in Florence on 29 June 1930, in the Fascist period, in a liberal and politically committed family. Since she was a child she has breathed the need for clarity and the desire for freedom.

 At the age of ten, she joined the underground resistance movement with his father, became a member of the volunteer corps for freedom against Nazism, and at the age of fourteen, she received an honour award from the Italian Army for her activism during the war.

 She lived the last years of his life in New York, she began her career as a journalist with news articles, but soon she started to interview prominent political figures and follow international events.
LA RES PUBLICA
A woman who chose

Oriana Fallaci faced the theme of the right to health of women undergoing more spontaneous abortions and speaking on the debate that was raging. Here are her statements on the subject that the woman exposed in an interview:

"I am sorry to be the first woman to speak, but the fourth one. Here we are talking about a problem that mainly concerns women and, as usual, the debate starts with two men... I hope that tonight we all forget that abortion is not a political game. That women are the ones who get pregnant, that we are the ones who give birth, that we are the ones who die giving birth or having an abortion. And that the choice is up to us. We as women. And we must take it, from time to time, from case to case, whether you like it or not. If you don’t like it, in any case we decide. We’ve been doing it for millennia. We have defied for millennia your sermons, your hell, your galleys. We will challenge them again."

A woman who suffered and wanted to give every woman the opportunity to choose for her life. 
Oriana Fallaci's will is concretized in the approval of Law 194, established in 1978. This Law aimed to the protection of women, in fact, before that, the voluntary termination of pregnancy was considered a criminal offense.

By Law 194 of 1978 it was established that a woman can carry out a voluntary termination of pregnancy in a public facility within the first 90 days and if it is a therapeutic abortion within the second trimester.

But the interest in this topic did not cease after the approval of the law, indeed it went on even in the following years.

In fact on February 2, 1980, the Catholic formation Movement for Life, formed a few weeks before, presented in Cassation the request for the collection of signatures for a referendum repealing that part of the text that allowed abortion for non-therapeutic purposes and canceled the penal sanctions for those who practiced a termination of pregnancy.

According to the Italian Free Association of Gynecologists for the Application of Law 194 (Laiga), in 2017 only 59% of Italian hospitals provide for the service of voluntary termination of pregnancy, in particular with regard to cases after the third month. 41% of Italian hospitals would therefore not comply with the provisions of Law 194. In fact, forty years after its adoption, the full access to voluntary termination of pregnancy as established by law remains to be guaranteed.
"The greatest revolution in a country is the one that changes women and their way of life. You can’t make a revolution without women. Perhaps women are physically weaker but they morally have a hundred times greater strength than men." 

(from the "Sesso inutile")
Izabela, dead because she could not abort: Poland accused for its law against women. 
 
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Proteste in Polonia dopo la morte di una donna di 30 anni, Izabela, avvenuta secondo quanto denunciato dalla famiglia dalle restrizioni contenute nella nuova legge sull’aborto che vieta l’interruzione di gravidanza in caso di effetti congeniti. At the 22nd week of pregnancy, doctors found the lack of amniotic fluid caused by an early rupture of water, which can lead to serious damage to the fetus. At that point the woman was admitted but the doctors decided not to operate, leaving the fetus to die "naturally". Izabela’s condition worsened, as reported by her lawyer and in another message sent by her mother: "They made me an infusion because I was trembling with a very high fever. I had 39.9. There was no one there, I told the doctors that I didn’t feel good but nobody did anything". Soon after when the doctors found out the fetus was dead, it was too late. 
Izabela had a C-section, but she died during surgery.  We live in a difficult world, and although this speech can be considered selfish, a woman’s life is already complicated even without the presence of an unwanted child. The government should support the voluntary termination of pregnancy according to the rules, and leave it to individual awarenesses to choose on the basis of their beliefs, values and ideals. 
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