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ORIANA FALLACI 4CS

by Silvia Dicesare

Pages 4 and 5 of 12

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Oltre i dogmi:
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Oriana Fallaci e la ricerca della verità.
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Questo è un frammento del suo ultimo articolo pubblicato dal Corriera della Sera, intitolato: “Il nemico che trattiamo da amico”. La scrittrice fiorentina cercava di scuotere l’occidente che appariva cieco di fronte al pericolo. La sua crociata aveva preso il via dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 negli Stati Uniti. Nel mirino della Fallaci c’è prima di tutto l’Europa che a sua detta ‘’si stava scavando la propria tomba’’. ‘’Ero un pezzo di ghiaccio. Anche il mio cervello era ghiaccio. Non ricordo nemmeno se certe cose le ho viste sulla prima torre o sulla seconda. La gente che per non morire bruciata viva si buttava dalle finestre degli ottantesimi o novantesimi piani, ad esempio. Rompevano i vetri delle finestre, le scavalcavano, si buttavano giù come ci si butta da un aereo avendo addosso il paracadute, e venivano giù così lentamente. Agitando le gambe e le braccia, nuotando nell’aria. Sì, sembravano nuotare nell’aria. E non arrivavano mai. Verso i trentesimi piani, però, acceleravano. Si mettevano a gesticolar disperati, suppongo pentiti, quasi gridassero help-aiuto-help. E magari lo gridavano davvero. Infine cadevano a sasso e paf!’’ (La rabbia e l’orgoglio, 29-09-2001) La Fallaci fa una critica proprio nei confronti del via libera alla costruzione
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Giornalista, scrittrice e amante della vita… cresciuta durante la Seconda guerra mondiale, figlia di un padre partigiano torturato dai fascisti, Oriana è diventata adulta con l’immenso desiderio di raccontare la guerra, quella che lei stessa definì “inutile e sciocca”. Infatti durante la sua carriera giornalistica oltre a essersi occupata dei diritti delle donne, ha intervistato grandi personaggi, è stata inviata speciale di guerra e ha seguito con estrema attenzione i conflitti dal Vietnam al Medio Oriente. Denunciare la fandonia dell’Islam moderato è stata l’ultima crociata della combattente Oriana Fallaci. La scrittrice aveva cercato in tutti modi di costringere l’Occidente ad aprire gli occhi e stracciare il velo dell’ipocrisia per riconoscere quella che per lei è l’innegabile verità. “Continua anche la panzana che l’islam è una religione di pace, che il corano predica la misericordia, l’amore e la pietà. Come se Maometto fosse venuto al mondo con un ramoscello d’ulivo in bocca e fosse morto crocifisso insieme a Gesù. Come se non fosse stato anche lui un tagliateste e anziché orde di soldati con le scimitarre ci avesse lasciato San Matteo e San Marco e San Luca e San Giovanni intenti a scrivere gli Evangeli”.
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di moschee sulla base di “bugie di integrazione, la farsa del pluriculturalismo”. Il mito da sfatare, come detto precedentemente, è quello di un “Islam Moderato”. La scrittrice vuole smascherare il tentativo di farci credere che il nemico sia costituito da un’esigua minoranza e che quella esigua minoranza vive nei paesi lontani. ‘’Il nemico non è un’esigua minoranza ma ce lo abbiamo in casa… È un nemico che a colpo d’occhio non sembra un nemico. Senza la barba, vestito all’occidentale, col permesso di soggiorno… per questo non lo temiamo e lo “trattiamo da amico” ma in realtà ci odia e ci disprezza. Questo nemico trasforma le moschee in campi di addestramento per terroristi e caserme. L’islam è il Corano e il Corano è incompatibile con la libertà, con la Democrazia, con i Diritti Umani e con il Concetto di Civiltà.’’ Una buona parte della responsabilità della perdita di orientamento dell’Occidente viene attribuita all’indulgenza che la Chiesa Cattolica professa nei confronti dell’Islam, continuando ad evidenziare il patrimonio comune tra le tre grandi religioni monoteistiche: cristiana, ebraica e islamica. Per la scrittrice non esiste nessun patrimonio in comune poiché Allah non ha nulla in comune con il Dio del Cristianesimo che predica l’amore e il perdono, che vede gli uomini come figli a differenza di Allah che
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li considera come sudditi; un Dio che nel corano chiama cani-infedeli coloro che credevano in un altro Dio e li puniva con la morte. "Ho visto le mussulmane la cui vita vale meno di una vacca o un cammello" scrive una giovanissima Oriana nel suo primo reportage sulla condizione delle donne nei paesi islamici. "Vi sono donne nel mondo che ancora oggi vivono dietro la nebbia fitta di un velo come attraverso le sbarre di una prigione." Una prigione che si estende dall'oceano Atlantico all'oceano Indiano: è il mondo dell'Islam, dove nonostante i "fermenti di ribellione" le regole riservate alle donne sono immote da secoli. Oggi, in virtù del disastro occidentale in Afghanistan, si fa un gran parlare della necessità d'instaurare un dialogo con i talebani, mentre la Fallaci, con ogni probabilità, avrebbe ricusato ogni ipotesi in merito e magari si sarebbe scandalizzata per le modalità del ritiro, oltre che per l'abbandono
di quel popolo.
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LA RES PUBLICA
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Friday, 1st april 2022
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Liceo classico N. Zingarelli, Cerignola
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ORIANA

FALLACI:

THE RIGHT

TO BE

FREE
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We find it in places and situations that have marked it in spirit and body: the massacre of Mexico City, the war in Vietnam, the war in the Gulf, New York on the day of the attack on the Two Towers, to name a few. In 1969 he published "Niente e così sia" a book about Vietnam and war.In 1975 she wrote " Lettera ad un bambino mai nato" resulting from the pain of the loss of a child.And it is still for the pain of a loss that in 1979 came out "Un uomo" written following the death of his comrade Alekos Panagulis.

Passionate and polemical writer, she has written many books that have been the subject of heated debates with the creation of two sides pro and against Oriana Fallaci. We should remember: "La rabbia e l'orgoglio" as an hard and passionate response to the horror of September 11, 2001.

Oriana Fallaci fought her last battle, against cancer, which finally killed her on September 15, 2006 in Florence.

In addition to many articles, only twelve books have left, translated into many languages, which have already sold millions of copies, the example and the courageous voice of a free woman.
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Oriana Fallaci's life
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Oriana Fallaci was born in Florence on 29 June 1930, in the Fascist period, in a liberal and politically committed family. Since she was a child she has breathed the need for clarity and the desire for freedom.

 At the age of ten, she joined the underground resistance movement with his father, became a member of the volunteer corps for freedom against Nazism, and at the age of fourteen, she received an honour award from the Italian Army for her activism during the war.

 She lived the last years of his life in New York, she began her career as a journalist with news articles, but soon she started to interview prominent political figures and follow international events.