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Il nostro DECAMERON ai tempi del CORONAVIRUS

by 2B, SSIg BUONSANTO

Pages 2 and 3 of 221

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Studiando il Decameron di Boccaccio, in questi mesi di quarantena, la letteratura è sembrata una materia viva, più vicina alle vite di tanti studenti.
E così, in un'instancabile compagnia di ragazzi, nasce l'idea di raccogliere pensieri e riflessioni sui temi della solitudine, della famiglia, della bellezza, della paura e della libertà.
Il risultato è “ Il nostro Decameron ai tempi del coronavirus”.
Esso raccoglie i testi dei ragazzi di seconda B della Scuola Secondaria di primo grado Buonsanto, corredati da citazioni in epigrafe e dai disegni della prof di arte a introduzione dei temi scelti.
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E se tutto è un sogno che importa? Mi piace e voglio continuare a sognare
( Luis Sepùlveda)
ESCLUSIONE
Questo è l'ostacolo, la crosta da rompere, la solitudine di noi, dell'uomo, degli altri.
( Cesare Pavese)
25 MARZO
RE della Giornata: Onore
Argomento: “Immagina di essere una persona esclusa. Scrivi quello che provi. Se hai vissuto direttamente tale situazione, racconta la tua esperienza.”

Solitudine: stato di chi vive o chi sta da solo... .

Per me, la solitudine e' quando hai un compito, ma non sai come farlo e non puoi comunicare con nessuno.
Questa e' la solitudine che provo adesso, ma ci sono tanti e tanti tipi di solitudine. In questo periodo stiamo a casa con la nostra famiglia, ma ci sentiamo soli ugualmente, sentiamo la mancanza dei nostri parenti e degli amici, li possiamo vedere solo attraverso uno schermo.
Poi c’è la solitudine degli anziani, che non avendo figli o nipoti, rimangono soli soletti nelle loro case, aspettando con speranza che qualcuno li vada almeno a salutare. Altri anziani, invece, hanno figli, ma questi li escludono dalla loro vita, perché sono troppo impegnati nel lavoro o perché, cosa assurda, non vogliono più vederli.
Poi c’è anche l'esclusione e la solitudine degli adolescenti che vogliono stare da soli. Questi credono che si parli male di loro o che non siano adatti a far parte di un determinato gruppo. In alcuni casi la loro esclusione avviene per decisione di altri, può capitare che qualcuno o addirittura un’intera gang ti prenda in giro e ti derida.
Infine la solitudine possono viverla anche i bambini piccoli, quando, non avendo un coetaneo della loro età, non sanno come giocare o con chi confrontarsi. Essi si sentono esclusi dalla famiglia o dai fratelli o sorelle maggiori.
La solitudine, per me, è anche quella condizione che vivono i genitori quando cercano la tranquillità, dopo una giornata di lavoro. Essi hanno bisogno di stare da soli, in casa, per rilassarsi e così si escludono volontariamente dalla routine familiare.
D.D.

Secondo me, la solitudine è un modo di vivere in cui nessuno vorrebbe vivere.
Per fortuna, io non sono mai stato isolato e sono molto felice di ciò, perché ho avuto amici che mi hanno sempre aiutato e una famiglia sempre pronta a darmi consigli nei momenti di bisogno.
Se io venissi isolato, sarei molto triste, soprattutto se non mi accorgessi in cosa ho sbagliato. Di sicuro non mi arrenderei, ma mi impegnerei a trovare una soluzione per uscire da quello stato di tristezza.
Farei la stessa cosa se fosse un mio amico a subire l’isolamento, perché loro per me ci sono sempre stati e anche io voglio esserci per loro. Sarò pronto a ricambiare tutto ciò che loro mi hanno sempre dato, cercando di non commettere errori.
I.L.
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