"Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare"

Colonnello porta i gatti nella sua cantina dove c’è un barattolo con la benzina e convince Segretario a intingervi la coda per smacchiare la gabbiana. Quindi vanno a casa di Zorba. La gabbiana però è già morta, ma ha deposto l’uovo, che Zorba dovrà accudire. Mentre gli altri&nbsp;gatti tornano al bazar per consultare l’enciclopedia, Zorba si addormenta abbracciando l’uovo per tenerlo al caldo.&nbsp;

Fortunata vuole imparare a volare, perciò Diderot studia le tecniche di volo, esaminando la macchina di Leonardo, e cerca di insegnarle a Fortunata. Dopo tanti tentativi falliti, la gabbianella si arrende e Colonnello decide di interrompere le lezioni perché la vede sfiduciata. Zorba allora propone ai gatti di chiedere aiuto agli umani e di infrangere per una sola volta il tabù che vieta ai gatti di “miagolare” la lingua degli umani.&nbsp; Gli amici gatti, dopo aver pensato a lungo, autorizzano Zorba a parlare con un umano fidato. Lui sceglie di parlare con il poeta, padrone di Bubulina, una bella gatta bianca e nera, poiché, anche se non sa volare con ali di uccello, lo fa con le parole. Tutti sono d'accordo.

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Si tratta di un vero e proprio percorso di crescita che, come quello di ciascun individuo, non è privo di ostacoli. In questo contesto, anche l’incontro con il pericolo, con le difficoltà diventano momento di maturazione, di presa di coscienza non solo da parte dell’individuo, ma anche da parte di tutta la comunità che gli sta intorno. Infatti, quando i gatti si rendono conto di non riuscire da soli a insegnare a Fortunata a volare, decidono di rivolgersi ad un umano, infrangendo in tal modo una delle loro regole più inviolabili: i gatti, infatti, pur sapendo “miagolare” nella lingua degli umani, non devono mai farlo. Tuttavia, per portare a termine la loro missione, essi devono andare oltre i limiti imposti dalle loro tradizioni e dalle loro regole, riscrivendole e riutilizzandole in maniera creativa. Per questo si rivolgono, sì, ad un umano, ma non ad umano qualsiasi: il loro interlocutore sarà un poeta, un sognatore, che non dà nulla per scontato e che è capace di volare con il pensiero, con la fantasia oltre i limiti del presente, indicando, in tal modo, nuovi orizzonti spirituali. Dunque, infrangendo le vecchie regole che impedivano loro di portare a termine la missione di cui si erano fatti carico, i gatti danno alla loro comunità regole nuove, nuovi valori in un processo ininterrotto di crescita spirituale nel quale lo sviluppo dell’individuo e quello della comunità procedono di pari passo, certo non senza delusioni e sconfitte che diventano, però, momenti di maturazione, grazie a cui i sentimenti si fanno più solidi e consapevoli.

Mentre Zorba sta prendendo il sole sul terrazzo, sente un sibilo e poi il tonfo di un corpo che cade: è Kengah. Il gatto le si avvicina per aiutarla, ma Kengah gli dice che sta per morire e che vuole deporre un uovo.

Vuole dal gatto tre promesse: 1. non mangiare l’uovo; 2. prendersi cura dell’uovo finché non sarà nato il piccolo; 3. insegnare al piccolo a volare.

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Zorba, per farla stare tranquilla, promette e va a cercare aiuto. Nel frattempo Kengah, mentre ringrazia il cielo e tutti i buoni venti che l’avevano accompagnata, muore deponendo un ovetto bianco con macchioline azzurre.&nbsp;

Su Amburgo quella notte cade una fitta pioggia, mentre il poeta si reca al bazar di Harry, dove ha appuntamento con Zorba. Qui il gatto lo raggiunge con la gabbianella e insieme si recano sul campanile di San Michele, dall'alto del quale si vede tutta la città. Zorba, rivolto a Fortunata, le indica il bazar di Harry, ma la piccola gabbiana ha paura e si stringe al gatto chiamandolo mamma. L'umano prende Fortunata tra le mani, ma lei è agitata e chiede aiuto a Zorba, il quale invita il poeta a poggiarla sulla balaustra. Poi la rassicura con parole di incoraggiamento, spingendola a volare, poiché questo fa parte della sua natura di uccello marino, che ama l'acqua e il vento.

Ogni mattina a casa di Zorba entra l’umano, amico di famiglia, per cambiargli la lettiera e dargli da mangiare. Quella mattina, mentre il gatto fa i suoi bisogni, sente il pulcino che lo chiama spaventato. Quando corre sul balcone vede due gatti pronti a mangiare il piccolo, quindi salta loro addosso bloccandoli al suolo con gli artigli, poi li minaccia di terribili guai nel caso si fossero avvicinati ancora al piccolo gabbiano. Zorba capisce che il terrazzo non è un luogo sicuro, quindi prende il piccolo e lo porta al bazar di Harry.&nbsp;&nbsp;

Mentre i gatti decidono il nome da dare al pulcino, il piccolo va ad esplorare il Bazar. Ad un tratto, da un buco nella parete, esce un ratto che vuole mangiarlo. Il pulcino chiede aiuto spaventato e Zorba prontamente interviene minacciando il topo, poi gli domanda di incontrare il capo dei ratti; così scende nelle fogne dove stringe un patto con i topi: loro possono uscire liberamente di notte a condizione di lasciare in pace il piccolo pulcino.&nbsp;&nbsp;

Quella sera Fortunata non torna a mangiare e i gatti si preoccupano, così Zorba va a cercarla. Quando la trova, vedendola triste, le chiede cosa sia successo e la gabbianella gli racconta tutto. Zorba la tranquillizza, dicendole che loro le vogliono bene così com'è, cioè una gabbiana e che quindi è importante per lei imparare a volare.

PER APPROFONDIRE

Gli amici gatti vogliono bene a Fortunata proprio perché è diversa, non anche se è diversa. Qual è la differenza? Con l'espressione: "Ti vogliamo bene anche se sei diversa", si mette in evidenza la diversità spingendo la persona a essere come gli altri, quindi a uniformarsi. L'espressione: "Ti vogliamo bene proprio perché sei diversa", invece, spinge la persona ad essere se stessa e a non uniformarsi agli altri, facendola sentire speciale.

Sopravento, un gatto di mare, arriva nel bazar di Harry dove incontra i quattro gatti. Zorba gli racconta la storia della gabbianella e gli chiede di vedere se il piccolo è maschio o femmina. Allora Sopravento guarda la testa e solleva le piume sulla coda della gabbiana e scopre che è una femmina. Colonnello propone di chiamarla Fortunata e tutti approvano. Poi decidono di fare la rituale formula di battesimo dei gatti del porto .&nbsp;

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"Zorba rimase a contemplarla finché non seppe se erano gocce di pioggia o lacrime ad annebbiare i suoi occhi gialli di gatto nero grande e grosso, di gatto buono, di gatto nobile, di gatto del porto".

Ad Amburgo, nella casa di un bambino vive un gatto nero grande e grosso, che è molto riconoscente al suo padrone perché quando era piccolo gli aveva salvato la vita, liberandolo da un pellicano che stava per inghiottirlo. Ora il padroncino è partito per le vacanze e il gatto, rimasto solo, si distende a prendere il sole sul terrazzo, ignaro di ciò che lo aspetta.

Zorba cova l’uovo per diversi giorni e gli sembra che non voglia schiudersi mai. Un giorno finalmente, mentre il gatto dorme, nasce il pulcino che lo chiama “mamma”.

Il piccolo ha fame ma Zorba non sa cosa dargli, perciò prova con una mela e poi con una patata, ma non sono adatte per il gabbiano.

Allora si mette ad acchiappare le mosche che il piccolo apprezza. Una volta sazio si addormenta.

Zorba intanto si reca al Cuneo, un ristorante italiano del porto, in cerca di aiuto. Qui trova Segretario, un gatto romano molto magro, che lo accompagna da Colonnello, il gatto napoletano più vecchio del porto, considerato saggio per via della sua età.

Zorba gli racconta la storia della gabbiana chiedendogli come aiutarla. Colonnello, non sapendo cosa consigliargli, propone di andare da Diderot, il gatto più istruito del porto che vive in una biblioteca.

Sepùlveda scrittore Sepùlveda è diventato famoso con il suo primo romanzo: “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore”, pubblicato in Spagna nel 1989 e in Italia nel 1993. Dopo di questo, ha pubblicato numerosi altri romanzi, raccolte di racconti e libri di viaggio. Uno dei suoi racconti più celebri è “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”. Da questo racconto è stato realizzato anche il cartone animato, nel quale la voce del poeta è quella dello stesso Sepùlveda.

Sepùlveda, militante ambientalista Dal 1982 è entrato a far parte dell’organizzazione ecologista Greenpeace, che lotta contro l’inquinamento, per la salvaguardia dell’ambiente e degli animali. Sepulveda in particolare&nbsp;ha partecipato alle iniziative per la protezione delle balene, alle quali molti Paesi danno la caccia in maniera indiscriminata. Si è impegnato a fondo per trasmettere il messaggio che tutti gli uomini hanno diritto alla felicità e alla libertà e che va difesa la qualità della vita di tutte le creature del Pianeta, siano esse piante, animali o esseri umani.

I tre gatti si recano nel Bazar di Harry in cerca di Diderot per sapere come salvare la povera gabbiana. Alla porta trovano Mattia, uno scimpanzé che si occupa dei biglietti, il quale li ferma perché vuole che paghino il biglietto per entrare nel Bazar,&nbsp;ma Zorba lo minaccia con un artiglio. Lo scimpanzé, spaventato, li fa passare e i tre gatti scompaiono nei corridoi del Bazar.

Notizie sull'autore Luis Sepùlveda è nato in Cile, nella città di Ovalle, il 4 ottobre del 1949. Da giovanissimo ha partecipato alle lotte politiche e sociali del suo paese, a favore delle classi sociali più povere e disagiate. Quando nel 1973 il Generale Pinochet ha instaurato in Cile una feroce dittatura militare, Sepùlveda è stato arrestato e torturato con l’accusa di aver lottato per la libertà del suo paese, contro la dittatura di Pinochet. Dopo due anni e mezzo è stato liberato grazie alle pressioni internazionali e in particolare per l’intervento di Greenpeace, ma è stato costretto a lasciare il suo paese. Da quel momento ha viaggiato a lungo nei Paesi dell’America del Sud e poi nel resto del mondo. Ha vissuto a lungo a Parigi e ad Amburgo, dove ha ambientato il racconto della Gabbianella e il gatto. Infine si è stabilito in Spagna, dove ha vissuto fino alla fine. Però non è morto in Spagna, ma in Portogallo, dove si era recato con la moglie per partecipare a un festival letterario. Qui purtroppo si è ammalato di Covid 19 ed è morto nell’ospedale di Oviedo il 16 aprile 2020.&nbsp;

Nello stormo c’è anche Kengah, una giovane gabbiana dalle piume d’argento, che ha già mangiato tre aringhe e si tuffa per prenderne una quarta. Non sente perciò l’urlo d’allarme lanciato dal gabbiano di vedetta che ha avvistato un pericolo e quando riemerge dall’acqua si ritrova da sola in mezzo all’oceano.

Uno stormo di gabbiani sorvola il Mare del Nord, presso la foce del fiume Elba, diretto in Biscaglia. Viaggiano da sei ore perciò sono stanchi e affamati. Il gabbiano di vedetta avvista un banco di aringhe, quindi tutti i gabbiani si fiondano nel mare per pescarle e saziare la loro fame.

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Tratta dal racconto di Luis Sepùlveda e narrata dagli alunni delle classi quinte della Scuola primaria "San Leucio" di Isernia

Primaria "San Leucio" Isernia - A. S. 2019 / 2020

Fortunata allora spiega le ali, riconferma il suo profondo affetto per Zorba e gli altri gatti e finalmente prende il volo battendo felice le ali nella notte umida. Zorba e il poeta restano a guardarla e infine il gatto afferma che Fortunata ha capito la cosa più importante. Il poeta chiede: "Che cosa ha imparato?"

"Che vola solo chi osa farlo" miagola Zorba. E continuando a guardare il volo della gabbiana, non sa più se quelle che gli scorrono sul viso siano gocce di pioggia o lacrime.

Alla luce della luna i gatti seppelliscono la gabbiana nel giardino, sotto l’ippocastano . Colonnello fa un discorso sulla tomba del povero uccello,&nbsp;dicendo che&nbsp;i gatti del porto mantengono sempre le promesse, perciò tutti devono aiutare Zorba a prendersi cura dell’uovo e a insegnare a volare al piccolo che nascerà. Infine concludono la cerimonia con un canto triste. Ai loro miagolii si uniscono anche i versi di tutti gli animali di Amburgo, tanto che gli abitanti della città accendono le luci nelle case, chiedendosi la ragione di tanta tristezza.&nbsp;

Nel frattempo arrivano Diderot e i suoi amici che, vedendo il pulcino, fanno i complimenti a Zorba. Contemporaneamente si rendono conto che ora bisogna mantenere la promessa più difficile: insegnargli a volare.

Il gatto è molto diverso dal gabbiano, sia per aspetto fisico che per abitudini, eppure quando dice al pulcino: "Io non sono la tua mamma", questo non riconosce le differenze, ma esclama: "Certo che sei la mia mamma. E sei una mamma molto buona". Mamma Al di là della mamma biologica, al di là del sesso e delle differenze, mamma è chi ha cura del piccolo, chi lo aiuta a crescere, individuando di volta in volta i suoi bisogni, rispettando la sua natura, i suoi desideri, le sue aspettative; chi lo aiuta a scoprire passo dopo passo ciò che è o che vuole essere. Chi gli sa stare accanto facendogli vivere le proprie esperienze, facendogli affrontare le varie difficoltà, accompagnandolo nella sua crescita. Aiutare a crescere significa rispettare i tempi. E i gatti rispettano i tempi di Fortunata e solo quando lei si sente pronta, cercano in tutti i modi di aiutarla a spiccare il volo, accompagnandola con pazienza e amore, per partecipare infine alla gioia del successo, anche se questo implica il distacco.

Zorba si reca da Bubulina chiedendole di farlo entrare per parlare con il suo padrone, ma la micia si rifiuta. Allora il gatto comincia a miagolare in modo stonato e il poeta, incuriosito, esce sul balcone per vedere cosa stia succedendo. Zorba ne approfitta per entrare e quando il poeta si rivolge a lui dicendogli che è stonato, il gatto nero grande e grosso comincia a miagolargli nella lingua umana. Il poeta all'inizio rimane sbalordito e pensa di essere impazzito, ma poi ascolta il gatto e gli promette che quella sera stessa lo avrebbe aiutato a far volare Fortunata.

Cari ragazzi, questo è stato per tutti noi un anno scolastico molto diverso dagli altri, un anno che ha rivoluzionato le nostre vite e anche il nostro modo di vivere la scuola. Sono saltati tutti i programmi e i progetti che avevamo messo in campo per chiudere in maniera festosa quest'ultimo anno passato nella scuola primaria. Ricordate? Dovevamo mettere in scena lo spettacolo teatrale della Gabbianella e il gatto. Il Coronavirus ce l'ha impedito. Ma noi maestre siamo tenaci e non ci siamo arrese. Ci siamo chieste: "Come recuperare tutto il materiale realizzato dai nostri alunni?" Questo libro è la risposta. Qui dentro troverete il racconto riscritto con i vostri riassunti; i vostri disegni, le riflessioni fatte sui temi più importanti che l'autore ci ha voluto trasmettere. Non vi diciamo altro: sfogliate, leggete e... Buon divertimento, con l'augurio che, come la gabbianella, possiate volare in alto. Le vostre maestre

Fortunata diventa grande circondata dall’amore dei gatti e crede di essere una di loro. Diderot&nbsp;passa il suo tempo a cercare nella sua enciclopedia come insegnare alla gabbianella a volare. Una sera&nbsp;Fortunata, avvicinandosi al bancone del bazar, incontra lo scimpanzè Mattia che le dice che Zorba e gli altri gatti si prendono cura di lei e le danno da mangiare solo perché vogliono che ingrassi per poi divorarla.

Quando Kengah riemerge dall’acqua si ritrova tutta sporca di petrolio: “la peste nera”, “la maledizione dei mari”. Lei sa che presto morirà, ma quello che la spaventa di più è il morire di fame.

Dopo vari tentativi riesce a ripulirsi un po’ gli occhi e le ali, che per fortuna non si sono ancora attaccate al corpo e alle penne della coda. Poi con grande sforzo ed enorme fatica, riesce a prendere quota e a volare fino ad&nbsp;Amburgo, in vista del campanile di San Michele. Qui le forze la abbandonano.&nbsp;

I gatti trovano Diderot disperato perché&nbsp;i topi gli avevano mangiato una pagina dell’atlante ed era scomparsa la cartina del Madagascar. Zorba però vuole un aiuto da parte di Diderot per vedere come smacchiare la gabbiana dal petrolio. Così Diderot, consultando l’enciclopedia, scopre che le macchie di petrolio possono essere tolte utilizzando la benzina.&nbsp;

PER APPROFONDIRE: Diderot e l'enciclopedia Denis Diderot è stato un filosofo, enciclopedista, scrittore e critico d'arte francese. È stato uno degli intellettuali più rappresentativi dell'Illuminismo. Nato in Francia, a Langres, il 5 ottobre del 1713, muore a Parigi il 31 Luglio del 1784. È stato promotore, direttore editoriale ed editore dell' "Enciclopedia" o "Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri", un'opera ciclopica, formata da 17 volumi di voci (circa 1500) e 11 volumi di tavole illustrate, a cui si è dedicato dal 1751 insieme ad altri esponenti dell'Illuminismo, tra i quali D'Alambert. Per completare l'opera ha impiegato 15 anni.

Raccontata dagli alunni delle classi quinte della scuola primaria "San Leucio" - Isernia

Scuola Primaria "San Leucio" Isernia

INTRODUZIONE Il libro di Sepùlveda può essere considerato un racconto pedagogico, la metafora della crescita e della cura parentale all’interno di una comunità accogliente e solidale, che partecipa, condivide, collabora e aiuta a risolvere i problemi, facendosene carico. Una comunità nella quale i problemi di uno sono i problemi di tutti. Di fronte alle promesse fatte da Zorba a Kenga, difficili da mantenere, Colonnello afferma: «La parola d’onore di un gatto del porto impegna tutti i gatti del porto». In tutta la storia, Zorba e la gabbianella non vengono mai lasciati da soli, ma la piccola viene presa in carico da tutta la comunità. Nessuno cerca di rendere simile a sé la gabbiana, come nessuno le fa notare le differenze, e quando lo scimpanzé Mattia le insinua il dubbio che i suoi amici gatti la viziano tanto perché intendono mangiarla, Zorba la rassicura e la rende consapevole del fatto che non è uguale agli altri, ma che sono proprio quelle differenze a renderla speciale, unica. Lei non deve assomigliare ai gatti, ma deve svilupparsi nella sua natura, per essere se stessa, capace alla fine di volare da sola. «Sei una gabbiana», dice Zorba, «e ti vogliamo bene perché sei una gabbiana (…) Ti abbiamo dato tutto il nostro affetto senza alcuna intenzione di fare di te un gatto. (…) Devi seguire il tuo destino di gabbiana. Devi volare».

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