Uno straccio di pace a.s. 21/22

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Il padre di Esfandyar ha sentito il botto e ha capito subito. Di corsa giù per il pendio a prendere il figlio. Gli ha fasciato la gamba col turbante, in braccio lo ha riportato a casa, urlando a chiamare aiuto. Hanno avvolto Esfandyar in un grande lenzuolo, subito diventato rosso e l’hanno caricato sul retro di un automezzo agricolo, un mezzo lento. Che cosa avrà pensato suo padre, durante quell’interminabile viaggio di diverse ore per l’ospedale? Esfandyar non si è lamentato, era come addormentato, non ha visto il proprio corpo straziato, braccio e gamba destra completamente spappolati. Ha aperto gli occhi solo per un attimo, ma quasi subito l’anestesia ha fatto effetto.&nbsp; Si è svegliato diverso, Esfandyar, senza un braccio e senza una gamba, e resterà diverso, giovane handicappato in un paese così povero da non poter badare a lui. Gli faranno l’elemosina, certo, ma ben difficilmente potranno dargli speranze, progetti, sogni. Per lui il peggio non è ancora passato, il difficile comincia adesso.&nbsp; E quel ragazzo smilzo, che ora cammina nel cortile dell’ospedale con stampelle un po’ speciali, ha davvero bisogno di futuro, di sognare qualcosa di diverso da assordanti esplosioni. In marzo è stata aperta una nuova sezione dell’ospedale. Esfandyar ha tenuto il discorso di inaugurazione, di fronte a tanta gente e alle autorità. Ha detto di star bene, di essere felice in questo ospedale, ha ringraziato tutti, ha lanciato in aria una colomba bianca. Abbiamo tante foto di quel giorno. Queste si possono far vedere, perché racchiudono in sé la speranza…la speranza…la speranza…

Uno straccio di pace

Trenta giorni dall'inizio della guerra 24 marzo 2022

Classe 1^ D – Testo sulla pace &nbsp; Non conosco la guerra.&nbsp; Non conosco la morte, la distruzione che lascia.&nbsp; Non conosco i fucili, le bombe, i carri armati e i giovani soldati.&nbsp; Non conosco il buio dei bunker, la paura, il terrore, il rumore e il cuore che batte forte,&nbsp; ma conosco l’amore di casa, le lezioni a scuola, la musica e le notti tranquille nel calore del letto.&nbsp; Conosco la pace, la libertà e la possibilità di vivere domani.&nbsp; Non conosco la guerra, ma tu hai imparato cosa sia, eppure abbiamo la stessa età, le stesse passioni e gli stessi sogni per il futuro. Alunna Velotti di 1^D

Classe 1^ C – Lettera a un bambino ucraino Ciao, ti scrivo dall’Italia, dalla Lombardia, precisamente. Riesco solo a immaginare la difficile situazione che stai vivendo tu e altri milioni di persone, che, costrette a scappare dal proprio paese, non sanno se la loro vita continuerà o, se dovesse continuare, non sanno in che modo. Io, come credo tutta la popolazione mondiale, sono con te e con tutti i bambini e le donne costrette a lottare per la libertà e per trovare un posto sicuro dove poter continuare una vita tranquilla senza la paura che un giorno, da un momento all’altro, la propria abitazione possa venir rasa al suolo dall’esplosione di una bomba nemica. Il tuo papà, sono sicura, che lì, con altrettanti soldati ti stia pensando sempre per avere più forza nel combattimento con l’obiettivo di proteggere il suo tesoro più grande, la&nbsp;famiglia. La libertà è un diritto di tutti e nessuno ne deve essere privato, mai!

Il testo riportato su un lenzuolo bianco, è diventato un calligramma a forma di cuore ed è stato appeso al cancello d'ingresso della scuola media.

Classe 1^ A – Pensieri e riflessioni contro la guerra LISA Penso ad un mio coetaneo o coetanea che sta vivendo l’ingiustizia, la crudeltà e l’orrore della guerra, vorrei dirgli coraggio, resisti, tifa per la pace, cerca aiuto, non combattere mai il fuoco con il fuoco. Non capirò mai in fondo quello che stai vivendo veramente, poiché io non conosco la guerra e spero che qui non arrivi mai, e spero che, dove c’è guerra, finisca in questo momento! EMMA Vorrei dire a tutti i miei coetanei di fuggire al più presto in un posto sicuro. Vorrei dir loro che il mondo si sta attivando per accogliere con amore tutti i profughi e anche loro presto troveranno un luogo di pace, serenità e pieno di affetto. Ricordate, cari amici, di non perdere mai la speranza. LUCA Dico no alla guerra perché è ingiusta. Dico sì alla pace perché non voglio vivere nell’angoscia e nella paura. Voglio crescere sereno e veder crescere intorno a me ragazzi felici.

Classe 3^ B – Art. 11 della costituzione italiana ‘’UNO STRALCIO DI PACE” Articolo 11 - L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.&nbsp; Nell’articolo 11 della Costituzione Italiana si afferma che il nostro Paese rinnega qualunque tipo di guerra e violenza per risolvere i problemi e che, quindi, accetta di appianare ogni tipo si controversia con accordi e trattati attraverso la diplomazia e che in situazioni di parità fra stati consente la limitazione della propria condizione di potere e sovranità. Il tutto con un unico scopo: quello di garantire la pace fra le nazioni per la sicurezza dell’Italia e del mondo intero.&nbsp; Questo articolo è, inoltre, importante perché mostra che abbiamo imparato dal passato che la guerra non deve, e non può, essere una soluzione ai conflitti.&nbsp; Non porta mai alla vittoria di nessuno, perché chiunque partecipi perde.&nbsp; &nbsp;padri costituenti lungimiranti &nbsp;avevano provato la guerra.&nbsp;

Classe 2^ C – pensieri… Il giorno venerdì 4 marzo, a una settimana dallo scoppio della guerra, durante l’ora di Italiano, ai ragazzi è stato consegnato un foglio su cui scrivere un pensiero, a partire dall’incipit “VOGLIO LA PACE PERCHE’…” Le frasi più carine sono state selezionate per l’iniziativa del 24 marzo 2022. …rende le persone libere, felici e tranquille …ci sono modi migliori per risolvere i problemi …se fate la guerra muoiono persone innocenti …la guerra non risolve niente …voglio vivere senza la paura di perdere tutto da un momento all’altro … se l’umanità non pone fine alla guerra, sarà la guerra a porre fine all’umanità …la guerra lascia il mondo peggiore di come lo ha trovato

Classe 3^ D – Poesia “Uomo del mio tempo” Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo. Eri nella carlinga, con le ali maligne, le meridiane di morte, t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche, alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu, con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio, senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora, come sempre, come uccisero i padri, come uccisero gli animali che ti videro per la prima volta. E questo sangue odora come nel giorno Quando il fratello disse all’altro fratello: «Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace, è giunta fino a te, dentro la tua giornata. Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue Salite dalla terra, dimenticate i padri: le loro tombe affondano nella cenere, gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore. Salvatore Quasimodo

Classe 1^ B – Dalla lettura del libro “Nemico. Una favola contro la guerra” Durante le lezioni abbiamo letto il libro “Nemico. Una favola contro la guerra”. Due soldati, schierati nelle trincee, si combattono pensando che l’altro sia un mostro. Con il passare del tempo si rendono conto di essere semplicemente uomini. Abbiamo condiviso e commentato alcuni testi e ci siamo fatti ispirare dalla canzone “True colors”. Oggi condividiamo con voi il frutto del nostro lavoro: “Se la vita fosse un gioco, la pace sarebbe la regola da rispettare e da non sprecare sul campo di battaglia”. Grazie, la classe 1B. Classe 2^ B – Slogan

Classe 3^ A – poesia “Promemoria” di Rodari Noi ragazzi della 3^A abbiamo scelto di presentarvi la poesia “Promemoria” di Rodari perché, nonostante sia un testo semplice ed essenziale, manda un messaggio molto forte. Vogliamo dedicarla a tutti i bambini e a tutti i ragazzi che in questo periodo stanno vivendo in prima persona l’orrore della guerra. PROMEMORIA&nbsp; Ci sono cose da fare ogni giorno: lavarsi, studiare, giocare, preparare la tavola, a mezzogiorno. Ci sono cose da far di notte: chiudere gli occhi, dormire, avere sogni da sognare, orecchie per sentire. Ci sono cose da non fare mai, né di giorno né di notte, né per mare né per terra: per esempio, la guerra.&nbsp;&nbsp; G. Rodari&nbsp;

Classe 2^ D – Versi giocosi A volte, a noi ragazzi capita di pensare che studiare sia noioso o impegnativo ma, parlando in classe, di guerra e di bambini profughi abbiamo riflettuto e ci siamo chiesti: ‘’Chissà quanto ai bambini ucraini manchino la scuola e addirittura lo studio?!??!’’. Ecco perché oggi, per dire no alla guerra, abbiamo scelto di unire un argomento di studio al tema della pace. Infatti, ricordando alcuni autori che abbiamo studiato, abbiamo messo in versi ‘giocosi’ il nostro modo per invocare la pace. Ascolterete quindi, dagli alunni della 2D, un sonetto dal titolo “S’i’ fosse ...” ‘S'i' fosse …’’ S'i' fosse pace porterei amore&nbsp; S'i' fosse pace per mantenerla di tutto farei S'i' fosse pace la guerra disarmerei&nbsp; S'i' fosse un riparo tutti accoglierei&nbsp; S'i' fosse una lettera messaggi d’amore porterei&nbsp; S'i' fosse un muro l’odio dall’amore separerei&nbsp; S'i' fosse bomba non esploderei e di salvare vite mi vanterei&nbsp; S'i' fosse la guerra sai che farei?&nbsp; Andrei in prigione e bloccherei la mia invasione. Faccia ognuno ciò che gli pare ma la libertà degli altri deve rispettare!&nbsp; S'i' fosse un ragazzo, come sono e fui,&nbsp; ai cattivi non sorriderei e in un abbraccio il mondo cullerei.&nbsp; Chi vuol esser lieto sia, di doman non c'è certezza, regaliamo ad ogni bimbo pace, amore e tenerezza.&nbsp;

Classe 3^ E – Poesia “Fratelli” Noi ragazzi della 3^E abbiamo scelto di condividere questa poesia di Ungaretti perché con essa il poeta ci offre un’occasione per riflettere su come la solidarietà, che unisce gli uomini accomunati in guerra dallo stesso destino di morte, possa superare e sconfiggere la violenza e la brutalità che caratterizzano ogni conflitto. FRATELLI Mariano, il 15 luglio 1916 Di che reggimento siete fratelli? Parola tremante nella notte Foglia appena nata Nell’aria spasimante involontaria rivolta dell’uomo presente alla sua fragilità Fratelli Giuseppe Ungaretti

Classe 1^ E – Poesia Giulia, a nome della classe 1^E, legge la poesia che è risultata la più votata dai compagni. Essa è il risultato di un lavoro che abbiamo fatto in classe a partire dal messaggio di Emergency, secondo il quale è necessario scegliere una cultura di pace iniziando dal nostro cuore. U n o&nbsp;s t r a c c i o&nbsp;d i&nbsp;p a c e Sento missili passare&nbsp; sopra la mia testa. Sento grida di persone terrorizzate. Tutto intorno a me si è fatto buio, cupo. Il cielo si è rattristato&nbsp; diventando sempre più grigio. Ormai le sirene&nbsp; sono la mia musica. Ci facciamo forza insieme per non perdere la speranza. Stringiamo i denti sopportando l’odio e il disprezzo. Tutto per “ uno straccio di pace “ ; per poter ancora sentire gli uccelli cinguettare, sentire la gente chiaccherare, sentire la gioia nel cuore.

Classe 2^ A - Da “Pappagalli verdi – Cronache di un chirurgo di guerra” di Gino Strada Per descrivere un massacro durante la guerra in Ruanda, nel 1994 Emergency ha preferito pubblicare, invece di una foto, solo un rettangolo tutto nero, con questo titolo: “I medici di Emergency, quello che vedono te lo risparmiano”. Quando le immagini sono troppo violente possono davvero disturbare, creando emozioni o reazioni istintive, e infine compromettono la possibilità di capire; si può anche ottenere, come unico effetto, che la gente volti la testa dall’altra parte e rimuova il problema! Ogni venti minuti, in qualche parte del mondo, si ripete il rito macabro: scoppia una mina, un altro ferito, un altro mutilato, non di rado un altro morto. C’è chi sta camminando in un prato, chi gioca nel cortile di casa, chi sta raccogliendo i frutti della terra. Poi lo scoppio.&nbsp; Abdurahman ha detto di aver sentito la terra esplodergli dentro. Djamila ha sentito un clic metallico sotto il piede e ha avuto una frazione di secondo per pensare, prima che la sua gamba sinistra si disintegrasse. Molti altri, come Esfandyar, non ricordano nulla. Un rumore assordante, e sono stati scaraventati a terra, in una strana poltiglia di polvere, sangue e carne bruciata. Il detonatore è un piccolo oggetto, grande come il cappuccio di una biro, che fa esplodere la carica principale. Con essa è esploso Esfandyar, bambino di dodici anni.&nbsp; Proverò a descriverla, una ferita da mina. Il piede si disintegra, le ossa diventano frammenti, i muscoli si spappolano, la carne brucia. Sassi, terra ed erba, e fango se ha piovuto di recente, si mescolano con pezzi della scarpa, con i chiodi delle suola con brandelli di calza e dei pantaloni, e tutto penetra nella carne, sparato ad altissima velocità.&nbsp; Per chi è fortunato, l’altra gamba ha solo qualche grande ferita profonda piena di sporcizia, ma è ancora lì.&nbsp;

MATILDA Dico no alla guerra perché la guerra sottrae. Dico sì alla pace perché la pace arricchisce. AYOUB&nbsp; Dico no alla guerra, perché la guerra causa non solo morte, ma anche distruzione dei nostri progetti, dei nostri desideri, dei nostri sogni. Dico sì alla pace, perché la pace significa tranquillità e gentilezza, ma non solo, anche il rifugio dei nostri coetanei che stanno morendo senza una ragione.

Classe 3^ C – “La guerra di Piero” In occasione dell’iniziativa del 24, ai ragazzi è stato proposto di leggere/interpretare alcuni stralci della canzone “La guerra di Piero” di Fabrizio de Andrè.&nbsp; I ragazzi che si sono offerti di partecipare hanno chiesto di cantare una parte. CORO: Dormi sepolto in un campo di grano Non è la rosa, non è il tulipano Che ti fan veglia dall'ombra dei fossi Ma son mille papaveri rossi VOCE NARRANTE: E mentre marciavi con l'anima in spalle Vedesti un uomo in fondo alla valle Che aveva il tuo stesso identico umore Ma la divisa di un altro colore E se gli sparo in fronte o nel cuore Soltanto il tempo avrà per morire Ma il tempo a me resterà per vedere Vedere gli occhi di un uomo che muore

LA SCUOLA SECONDARIA DI 1^ GRADO "E. DE AMICIS" DI LOMAZZO DICE NO ALLA GUERRA ATTRAVERSO LA VOCE DEGLI ALUNNI…

Classe 2^ E – Poesia La classe 2^E ha raccolto l’invito ad essere costruttori di pace. La poesia che ha scritto Chiara è stata scelta dalla classe, perché ben si lega all’esperienza che abbiamo fatto visitando il Memoriale della Shoah. Liliana Segre ci ha insegnato che la guerra ha inizio dalla nostra indifferenza, per questo al termine della poesia noi, simbolicamente abbiamo abbattuto il muro. UNO STRACCIO DI PACE Uno straccio di pace, solo un fazzoletto bianco in mezzo ad una guerra. Uno, che pur essendo uno, lascia aperto quel piccolo, minuscolo spiraglio di speranza. Uno, che pur essendo uno,&nbsp; rimane pulito in mezzo a tutto a quello sporco. Uno, che pur essendo uno,&nbsp; fa giustizia in quell’ammasso di ingiusti Uno, che pur essendo uno,&nbsp; lascia acceso quel punto di luce in mezzo al buio. Uno, che pur essendo uno, fa la differenza.

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