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Storie di ordinario bullismo e straordinario coraggio

by 2B

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STORIE DI ORDINARIO BULLISMO E STRAORDINARIO CORAGGIO
Scuola Secondaria Carmiano - classe II B
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Palestra di vita
Ahmed proveniva dalla Somalia ed era fuggito dalla Guerra Civile.
Appena iscritto a scuola non conosceva bene l'italiano e per questo era deriso dai suoi compagni i quali a volte, per "ridere", gli insegnavano dei termini sbagliati.
Un giorno, durante l'ora di educazione fisica, il professore decise di metterlo in squadra.
Che sorpresa quando con la palla al piede riuscì a dribblare tutti gli avversari e a fare gol!
Il mister quindi decise che sarebbe stato un titolare.
Ma fu allora che iniziarono dei veri atti di bullismo: derisioni e minacce nei confronti di Ahmed perché il mister aveva deciso di farlo capitano.
All'ultima partita del girone d'andata, Ahmed segnò il gol decisivo per la vittoria. Ed ecco che alcuni compagni iniziarono a vederlo di buon occhio, ma un altro gruppo, formato dall'ex capitano e dai suoi amici più stretti, continuarono a escluderlo.
Durante le partite anche il resto dei componenti della squadra si unì ad Ahmed e, alla fine, anche l'ex capitano scelse di dargli una possibilità.
Questa fiducia ottenuta fu ripagata grazie a un gol decisivo di Ahmed nell'ultima di campionato che portò la squadra alla vittoria.
Christian D'Amico
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Il coraggio di parlare
Nella classe III D di una scuola media, arriva una nuova alunna, Luisa.
Entrata in classe, la professoressa la presenta ai suoi compagni che sembrano non reagire bene perché sono colpiti dal suo aspetto fisico un po’ grassottello e buffo.
Luisa è una ragazza molto timida, introversa, non riesce a confidarsi e a fare amicizia. Questo è dovuto anche agli sguardi cattivi e alle risatine che è costretta a subire ogni giorno.
Luisa si sente esclusa, è triste, imbarazzata, ma cerca di non pensarci e seguire le lezioni.
Il giorno seguente, arrivata davanti alla scuola con lo zaino sulle spalle, i suoi guanti per non sentire freddo, cerca di avvicinarsi ai suoi compagni per fare amicizia, ma ancora una volta subisce l’atteggiamento ostile della classe. Le rubano lo zaino, iniziano a rovesciare per terra tutti i suoi quaderni, a prenderla in giro e a chiamarla “Balenottera”.
La ragazza scappa via piangendo e, dopo quel giorno, si rifiuta di ritornare a scuola .
I suoi genitori erano ignari di tutto ciò, anche perché Luisa aveva sempre nascosto la verità ai suoi, raccontando loro che aveva buoni rapporti con i nuovi compagni e che si trovava bene in quella scuola. 
Luisa non sa di avere un compagno, Giorgio, che invece è molto triste e dispiaciuto per l’atteggiamento stupido dei suoi compagni.
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Giorgio però non dice e non fa nulla per aiutare Luisa e ogni volta che sente le urla dei suoi compagni mentre la prendono in giro, volta le spalle e si allontana dal gruppo.
Un giorno, stanco di tutto, Giorgio, durante la lezione, si alza dal banco e con grande coraggio racconta tutto alla professoressa .
Da quel giorno, la classe, viene sospesa per un mese dalla scuola e costretta ai lavori socialmente utili.
Luisa e Giorgio da quel giorno diventano grandi ed inseparabili amici.
Sara Tarantino

Francesca e Fallù
Fallù era un ragazzo di terza media, molto timido e riservato. Era piccolo di corporatura per i suoi quattordici anni: adorava i pokémon e a scuola si vestiva con le magliette dei suoi personaggi preferiti. Fallù non aveva molti amici in classe e nemmeno fuori da scuola perché gli piaceva leggere e trascorrere i suoi pomeriggi a studiare. Fallù era bravo a scuola: anche se straniero, sapeva parlare bene la nostra lingua e aveva creato un bel rapporto con i suoi professori, che cercava durante l'intervallo e con i quali era molto affettuoso. Avrebbe voluto tanto fare amicizia con i compagni di classe ma loro lo prendevano in giro per i vestiti, per le sue passioni e perché diverso da loro. Quel giorno, mentre scendeva le scale felice, dopo il quarto o quinto scalino sentì lo zaino tirare indietro per uno strattone forte che lo fece cadere per terra. Di fronte a lui c'erano Mario e Alessio e gli dissero gridando “così impari a dire che ci sono i compiti per casa quando i professori se lo dimenticano!” e se ne andarono. Tutti sapevano che Mario e Alessio erano molto cattivi e tutti avevano paura di loro, quando prendevano qualcuno di mira non lo lasciavano mai in pace. Quel giorno Fallù arrivò in ritardo in classe perché non aveva il coraggio di entrare in lacrime. Finse di essere tranquillo mentre sentiva nuovamente ridacchiare Mario e Alessio. E da quel momento furono due mesi d’inferno: scherzi, oggetti che dal suo banco finivano nel cestino e ogni ricreazione passava senza mangiare, perché quella merenda era destinata a chi non era sazio.
Finché un giorno Francesca, una compagna di classe di Fallù, decise di raccontare tutto alla professoressa, che a sua volta lo disse alle altre colleghe e al Dirigente scolastico e decisero di mettere fine a questa storia. Fallù dopo tutti questi atti di bullismo decise di cambiare scuola per trovare nuovi amici.
Kristian De Luca

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