immagine realizzata dalla prof.ssa Rosaria Stevenazzi
IC Aldo Moro di Solbiate Olona e Gorla Maggiore
Scuola dell'Infanzia Ponti
Scuola Primaria De Amicis
Scuola Primaria Pascoli
Scuola Secondaria I° grado Moro
Scuola Secondaria I° grado Volta
Scuola dell'Infanzia Ponti
Scuola Primaria De Amicis
Scuola Primaria Pascoli
Scuola Secondaria I° grado Moro
Scuola Secondaria I° grado Volta
PACE
La nostra scuola chiede LA PACE
La nostra scuola ha scelto di parlare di pace ai ragazzi, lasciando loro la possibilità di esprimere con il disegno, con le parole, con il digitale, la loro personale manifestazione al diritto di tutti alla pace.
Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola,
a mezzogiorno.
Ci sono cose da fare di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
orecchie per non sentire.
Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno né di notte,
né per mare né per terra:
per esempio, la guerra
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola,
a mezzogiorno.
Ci sono cose da fare di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
orecchie per non sentire.
Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno né di notte,
né per mare né per terra:
per esempio, la guerra
Gianni Rodari
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In questi giorni, tanto difficili per la guerra che incombe non così lontano da noi la scuola dell’Infanzia “A. Ponti” ha organizzato piccole, ma significative iniziative a favore della Pace.Con semplici parole, le maestre hanno spiegato ai bambini ciò che accade in Ucraina, inserendo nel percorso educativo canzoni come ”I draw my life”, "Lo scriverò nel vento", la poesia “Promemoria” di Gianni Rodari, tanti disegni e scritte ed uno striscione esposto all’uscita della scuola che riporta l’ultima frase di “Promemoria”, per sensibilizzarli al concetto della Pace, che deve andare oltre la guerra ed entrare nei cuori e negli atteggiamenti di ciascuno, come tesoro inestimabile da contrapporre a quello della guerra, che genera solo odio, distruzione e tanta sofferenza.
La Speranza per tutto il mondo è cancellare dalle teste e dai cuori dei nostri bambini la parola guerra.
Ogni bambino ha colorato la bandiera della pace i cui colori risplenderanno nelle case di ogni famiglia.
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"Lo scriverò nel vento"Scuola dell'Infanzia Ponti
Scuola primaria Pascoli, classi seconde
Le classi seconde hanno riflettuto su cosa significasse la parola pace e, dopo una serie di scambi di idee, sono stati condotti ad individuare, attraverso una raccolta di immagini, quale secondo loro fosse quella più significativa. Abbiamo scelto la bandiera arcobaleno, utilizzata spesso durante manifestazioni pacifiste e l’immagine della colomba, simbolo di pace per eccellenza.
Li abbiamo coinvolti allora nella riproduzione sui vetri del disegno allegato.
Li abbiamo coinvolti allora nella riproduzione sui vetri del disegno allegato.
Scuola primaria Pascoli, classi seconde
EINSTEIN per la PACE
Scuola primaria Pascoli, classi quinte
Le alunne e gli alunni delle classi quinte Pascoli , come piccoli scienziati e scienziate in formazione, hanno incontrato la storia sorprendente e coinvolgente di Albert Einstein. Abbiamo insieme studiato la sua biografia e compreso come questo grande scienziato si è profuso per divulgare la cultura della pace. Questo lavoro lo abbiamo svolto in autunno ma considerando i giorni che stiamo vivendo è davvero attuale! Ci siamo chiesti e chieste come possiamo , come studenti e maestre, costruire un ambiente di pace, una scuola che scelga ogni giorno la pace: cosa possiamo fare noi per costruire la pace? A questa domanda abbiamo risposto ognuno con la propria riflessione-contributo.
Le due classi hanno prodotto poi questo manifesto per il pacifismo (lo puoi raggiungere facendo un click sull'immagine qui di fianco) che raccoglie tutte le riflessioni fatte.
Buona lettura!
Le due classi hanno prodotto poi questo manifesto per il pacifismo (lo puoi raggiungere facendo un click sull'immagine qui di fianco) che raccoglie tutte le riflessioni fatte.
Buona lettura!
Scuola primaria Pascoli, classi quinte
Abbiamo utilizzato la struttura del testo narrativo “ giallo” che stiamo analizzando e studiando in italiano per continuare a parlare della guerra e a riflettere sulle sue drammatiche conseguenze. I ragazzi hanno scritto dei racconti, eccone uno.
IL GATTO DI PUTIN
Stanley, un famoso investigatore privato, ricevette una chiamata alle 2.00 di notte. Era il presidente russo Putin in persona. Dopo questa chiamata, Stanley andò con un aereo della polizia al Cremlino, a Mosca. Arrivato lì, il presidente russo gli spiegò che era molto arrabbiato e soffriva tantissimo perchè il suo gatto era scomparso!
Il nostro investigatore venticinquenne iniziò subito ad indagare e guardò ovunque nell’immenso palazzo presidenziale. Le stanze erano tutte molto grandi, luminose e con i muri ricoperti d’oro. Ad un certo punto si accorse che una stanza era chiusa con un giro di chiave in meno rispetto alle altre, così entrò proprio in quella. Era una camera da letto con dei soffitti alti. Stanley andò vicino al letto e lì notò un pezzetto di stoffa di colore giallo e blu…proprio i colori della bandiera ucraina.
Allora l’investigatore partì verso l’Ucraina. Viaggiando su una Lamborghini, andava molto veloce e lungo la strada fece in tempo a raggiungere una jeep militare ucraina. L a fece accostare, poi interrogò i militari seduti all’interno. Si accorse che l’ultimo non aveva una parte della bandiera sulla spalla dell’uniforme e notò che la stoffa trovata in camera combaciava perfettamente con quella della giacca del soldato. Allora, messi con le spalle al muro, i militari dissero la verità, confermando che erano stati loro a rapire il gatto di Putin.
Andarono poi tutti da Volodymyr Zelensky, il presidente ucraino che spiegò.
Abbiamo rapito il gatto per far capire a Putin che se ti portano via qualcuno o qualcosa a cui tieni molto, soffri tantissimo! E Putin sta facendo così nel nostro paese! Con le sue bombe sta uccidendo i nostri familiari, i nostri amici, i nostri animali e ci sta facendo soffrire!
Allora Stanley De Jong appoggiò le ragioni degli Ucraini.
Insieme tornarono da Putin e gli restituirono il gatto.
Putin capì di aver sbagliato, richiamò in Russia i soldati e i suoi carri armati, e da quel momento gli uomini si calmarono e il mondo visse per sempre in pace.
Alessio e Gabriele
Il nostro investigatore venticinquenne iniziò subito ad indagare e guardò ovunque nell’immenso palazzo presidenziale. Le stanze erano tutte molto grandi, luminose e con i muri ricoperti d’oro. Ad un certo punto si accorse che una stanza era chiusa con un giro di chiave in meno rispetto alle altre, così entrò proprio in quella. Era una camera da letto con dei soffitti alti. Stanley andò vicino al letto e lì notò un pezzetto di stoffa di colore giallo e blu…proprio i colori della bandiera ucraina.
Allora l’investigatore partì verso l’Ucraina. Viaggiando su una Lamborghini, andava molto veloce e lungo la strada fece in tempo a raggiungere una jeep militare ucraina. L a fece accostare, poi interrogò i militari seduti all’interno. Si accorse che l’ultimo non aveva una parte della bandiera sulla spalla dell’uniforme e notò che la stoffa trovata in camera combaciava perfettamente con quella della giacca del soldato. Allora, messi con le spalle al muro, i militari dissero la verità, confermando che erano stati loro a rapire il gatto di Putin.
Andarono poi tutti da Volodymyr Zelensky, il presidente ucraino che spiegò.
Abbiamo rapito il gatto per far capire a Putin che se ti portano via qualcuno o qualcosa a cui tieni molto, soffri tantissimo! E Putin sta facendo così nel nostro paese! Con le sue bombe sta uccidendo i nostri familiari, i nostri amici, i nostri animali e ci sta facendo soffrire!
Allora Stanley De Jong appoggiò le ragioni degli Ucraini.
Insieme tornarono da Putin e gli restituirono il gatto.
Putin capì di aver sbagliato, richiamò in Russia i soldati e i suoi carri armati, e da quel momento gli uomini si calmarono e il mondo visse per sempre in pace.
Alessio e Gabriele