Il Tempio della Concordia

by Federico Meuli

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IL TEMPIO DELLA CONCORDIA
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IL TEMPIO DELLA CONCORDIA
L'edificio deve il suo nome tradizionale a un'iscrizione latina della metà del I secolo d.C. con dedica alla “Concordia degli Agrigentini”.
Nella Valle dei Templicostruita nel 581 a.C dagli abitanti di Gela (che a sua volta erano originari delle isole di Rodi e Creta) e dichiarata dall'Unesco, nel 1997, “patrimonio mondiale dell'umanità”, tra ulivi centenari e mandorli, si trova uno dei maggiori complessi archeologici del Mediterraneo.
ll Tempio della Concordia si trova nella valle dei templi di Agrigento, è il tempio più conosciuto, testimonianza dell’antica Grecia.
E' in stile Dorico, costruito nel 430 a.C. e ben conservato.
Unico fra i templi agrigentini e conserva quasi interamente gli elementi della trabeazione e i due frontoni sui lati est e ovest.
Il Tempio viene costruito con tre vani: il Pronao, Naos o Cella, l'Opistodomo e le tegole del tetto sono di marmo. Alla fine della costruzione, il Tempio viene valorizzato con i colori. Si usavano lo stucco bianco dal crepidoma fino alle colonne, dai capitelli al tetto colori più forti come il Rosso e il Blu.
Non si sa a quale divinità fosse dedicato.
L'edificio è databile intorno alla seconda metà del V secolo a.C.
Secondo la tradizione il tempio fu trasformato in chiesa cristiana intorno alla fine del VI secolo d.C., quando Gregorio, vescovo di Agrigento, consacrò l’antico tempio ai Santi Apostoli Pietro e Paolo dopo averne scacciato i demoni Eber e Raps.
La sua trasformazione da tempio greco a basilica dei santi Pietro e Paolo avvenne verso la fina del secolo VI d.C. dopo la caduta dell’impero romano ,durante l’epoca bizantina.
Ha resistito per oltre 2400 anni ad ogni cambiamento e visto passare davanti alle sue pietre Romani, Bizantini, Arabi, Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi.
Ha sentito le bombe degli alleati cadere poco distante, ad Agrigento, nel luglio del ’43.
All’interno il tempio presenta la canonica tripartizione: pronao, cella, opistodomo.
Il pronao è l’anticamera a due colonne che precede la cella, mentre l’opistodomo è il vestibolo o il vano dove veniva custodito il tesoro che si trova nella parte posteriore della cella. La cella o naos è una stanza vuota preceduta da due scale a chiocciola che portano al sottotetto.
Nozioni artistico-architettoniche
 Il tempio dorico della Concordia di Agrigento pur essendo stato costruito in epoca classica conserva lo stile i tratti le proporzioni dello stile arcaico.
Costruito come la maggior parte dei monumenti della valle presenta una pianta molto semplice, tipica dello stile dorico , con 6 colonne per i lati corti e 13 per i lati lunghi , che circondano completamente il vano interno .
La cella era un luogo quasi interamente murato al quale l’accesso era negato a tutti i fedeli ed era consentito solo al sacerdote , infatti i fedeli dovevano adorare la divinità del tempio da fuori.
Le colonne non sono né troppo massicce, né troppo slanciate: hanno le proporzioni giuste per dare al tempio un senso di solidità e perfezione eterna.

La sua fortuna è stata la trasformazione in chiesa cristiana dedicata ai Santi Pietro e Paolo nel 597 d.C. in quanto fu sottratto al destino di cava di materiale da costruzione, com’era solito per gli edifici pagani dal Medioevo in poi.
Nella conversione in chiesa il tempio fu orientato in senso opposto (le chiese hanno la facciata ad ovest, invece che ad est come i templi).
Solo nel 1748 il tempio torna alle sue forme antiche, con la riapertura del colonnato, e smette di essere utilizzato per il culto.
È un periodo in cui in tutta Europa si comincia a riscoprire l’arte greca e si diffonde la moda del Grand Tour, un viaggio tra le bellezze italiane. Il tempio della Concordia, naturalmente, era una tappa obbligatoria. Da questo momento l’immagine del tempio è nelle mani di pittori e incisori provenienti da tutt’Europa.
Dal 1997 il tempio della Concordia con tutta la Valle dei templi di Agrigento, è stato dichiarato dall’UNESCO PATRIMONIO DELL'UMANITA'.
Un titolo meritato ma carico di responsabilità. Significa che rappresenta un pezzo del nostro passato talmente importante che deve essere assolutamente tutelato e consegnato alle future generazioni. Significa che non appartiene agli Agrigentini, o ai Siciliani o agli Italiani, ma all’umanità tutta.
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