L'istinto omicida

Racconti gialli scritti dagli alunni della classe 2C, Scuola secondaria di primo grado Giorgione di Castelfranco Veneto.

Racconti Gialli 2C

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Sandro Moretti venne arrestato e il detective se ne andò soddisfatto e orgoglioso di aver concluso un nuovo caso. L’unico che lasciò la centrale in lacrime fu il padre, ferito e inorridito alla situazione.

Dopo aver memorizzato la via, andò alla ricerca dell'assassino. La casa era usata come luogo per ritirare armi. Lì trovò altri indizi: la pistola calibro 50 utilizzata da Sandro per il primo omicidio e per uccidere il venditore di armi e una chiave di un’altra casa. Il detective si soffermò su quella chiave e la fece subito analizzare: era della casa del padre di Sandro, il Signor Matteo Moretti. Decise allora di andare verso l’abitazione, munito di un mandato di perquisizione. Bussò alla porta e gli aprì Matteo. Il detective iniziò a fare una serie di domande riguardanti il figlio Sandro, ma il padre rispose dicendo di non saper nulla, disse solo che abitava con lui, ma che in quel momento era a casa di un amico a studiare. Il detective chiese di poter perquisire la casa di Sandro e il padre acconsentì: trovò un vero arsenale ricco di pistole, proiettili, una mitraglietta e tantissime cartucce di vario calibro.

C’erano prove sufficienti per chiudere il caso ed arrestare Sandro. Il padre ne era a dir poco sconvolto e si mise a piangere disperato, con la paura di essere anche lui arrestato in quanto le armi erano nella sua abitazione. Il padre sostenne che lui non era a conoscenza di tutte queste armi e, ancora meno, di poter avere un figlio delinquente e assassino. Decisero di aspettare assieme Sandro, al suo rientro, lo immobilizzarono e chiamarono i poliziotti. Sandro, non parlò per l’intero tragitto fino all’arrivo alla centrale e continuò la sua “scena muta” anche durante l’interrogatorio fino a quando giunse suo padre. Rivelò tutto solo in presenza del detective e del padre. I motivi dell'uccisione di Giovanni Simeone erano diversi: la gelosia in quanto non era stato scelto, come lui, tra i giocatori in prima squadra, la sua ricchezza e la sua notorietà come atleta.

Il ventidue giugno, in un parcheggio sotterraneo a Roma, venne ritrovato il corpo di un giovane giocatore di calcio, Giovanni Simeone, un ragazzo gentile e tranquillo. Poco dopo venne chiamato il famoso detective Christian De Poul, giovane, intelligente, molto astuto e legato al suo abbigliamento elegante. Appena arrivò a Roma, andò subito nel luogo del delitto, gli piace entrare nell’atmosfera dell’omicidio. Quando scese dall’auto trovò alcuni testimoni chiamati dalla polizia per dare informazioni al detective, tutti raccontarono quello che avevano visto nei minimi dettagli, uno di essi raccontò che l’assassino, appena vide che c’erano persone, fece cadere qualcosa dalle sue mani, forse poteva essere un indizio. Il detective, appena finì di ascoltare le testimonianze, si precipitò sul cadavere e trovò: Un coltello, una cartuccia di una pistola calibro 50 e un pezzo di maglia, strappata dalla vittima all’aggressore.

Scuola secondaria di primo grado Giorgione

Cominciarono a parlare dell’omicidio, il commesso disse che poteva aiutarlo guardando il filmato delle telecamere o controllando il codice della carta di Sandro, così scoprirono che aveva un buono sconto per un fucile che doveva ritirare il giorno dopo. Il detective disse al commesso che il giorno seguente sarebbe tornato in negozio ad arrestare Sandro, appena finì di parlare, se ne andò pensando già alla giornata successiva. Dopo una notte di lunghe riflessioni, il detective andò al negozio, ma il sospettato non si presentò, forse aveva già capito che ci poteva essere qualcuno ad aspettarlo. Poco dopo, si sentì un colpo di pistola che ruppe il vetro e il commesso del negozio cadde a terra in una pozza di sangue.

Il sospettato si era presentato senza farsi riconoscere. Il detective stava per uscire dal negozio, ma temeva di essere colpito da un altro proiettile proveniente dall’esterno della vetrina, decise allora di aspettare una decina di minuti, finché arrivò un poliziotto alla ricerca di possibili ostaggi, morti e superstiti. Appena lo vide, il detective gli chiese se poteva accompagnarlo fuori e metterlo in sicurezza, il poliziotto lo portò fino all’hotel dove lui alloggiava. Il giorno dopo, il detective cercò nella posta elettronica del negozio Shot Shop e trovò l’indirizzo di alcune consegne a nome di Sandro Moretti. L’indirizzo era via Magellano 7, non molto distante dal luogo del primo omicidio. Poco dopo...

Appena vide gli indizi, Christian De Poul si fece una domanda: a che cosa serviva il coltello? Ipotizzò che fosse avvenuta una rapina finita male: Giovanni Simeone voleva derubare una persona, ma essa si rivelò armata e lo uccise, oppure Giovanni Simeone stava per essere derubato, si era opposto e quindi era stato ucciso. Il giorno seguente, il detective tornò dubbioso nella scena del delitto, in quel giorno i medici legali dovevano portargli il referto della morte di Giovanni Simeone. Poco dopo arrivò il medico con in mano l’esito del cadavere e nell’altra il test delle impronte digitali trovate sulla pistola e sul coltello, appartenevano a Sandro Moretti, un uomo con recenti denunce per ulteriori aggressioni e rapine a mano armata.

Appena Christan De Poul finì di vedere i due referti, trovò l’indirizzo di una casa intestata a Sandro Moretti decise di perquisirla sperando di trovare ulteriori prove. Quando arrivò, il detective trovò un’abitazione malandata, era usata da Sandro per il fine settimana. Christian De Poul dopo aver finito di perlustrare il giardino, entrando dal cancelletto socchiuso del retro casa, andò a chiedere ai vicini che ne pensavano di Sandro. Lo definirono un ragazzo solitario, un asociale e non per bene, era sempre chiuso in casa, sempre vestito con la stessa tuta nera dell’Adidas sporca di cibo e sempre spettinato con il ciuffo che gli andava verso il basso coprendo gli occhi. Il detective non sapeva che fare, c’era un assassino a piede libero e lui non poteva fermarlo. Cercò indizi per giorni, ma senza risultati. Ad un certo punto, pensò di andare a cercare nell’unico negozio d’armi della città, il Shot Shop, si presentò al venditore di armi.

Un libro giallo non parla di omicidi ma della restaurazione dell'ordine. Phyllis Dorothy James, citato su The Face.

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