Muia Michael
L'umile rider
Editrice Scuola Secondaria di I Grado"Colombo"3A
L'umile rider
Michael Muia
L'umile rider
2022 Editrice Scuola Secondaria di I Grado"Colombo"3A
2022 Editrice Scuola Secondaria di I Grado"Colombo"3A
Michael Muia
L'umile rider
2022 Editrice Scuola Secondaria di I Grado"Colombo"3A
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Dedicato a tutte le persone che sono andate avanti durante il periodo del lockdown.Capitolo 1
Era venerdì sera, e mi stavo dirigendo alla pizzeria La Costiera per l'ultima consegna del giorno. Una volta arrivato, attesi fuori per circa 20 minuti finché la pizza non fu pronta e subito la misi nel mio zaino, ciò che mi distingueva da un normale ciclista. Quella sera ero diretto in Viale Lanza. Il solo fatto che l’indomani non avrei fatto le consegne mi faceva sentire impaziente. Dopo una lunga e continua pedalata raggiunsi l'indirizzo della consegna, parcheggiai subito la mia bicicletta e suonai il citofono. «Buonasera, ordine 447?» dissi io tutto d'un fiato. «Si buonasera, sono una persona con disabilità, può salire al quinto piano?» «Si certo, non si preoccupi... Arrivo». Sfortunatamente l’ascensore del condominio era guasto perciò non mi restava altro da fare che usare le scale.
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Arrivato al quinto piano bussai alla porta, il signore, probabilmente un 70enne, mi aprì e mi chiese di attendere un attimo per andare a prendere i soldi. Dalla porta riuscivo a vedere la sua TV che stava trasmettendo le ultime notizie del giorno. «Allarme Coronovirus! Il virus è arrivato in Italia portato da due turisti cinesi provenienti da Wuhan. Primo caso anche nella nostra penisola». Dopo quelle parole arrivò l’uomo che mi pagò, gli diedi il resto e me ne andai frettolosamente. Arrivato al quinto piano bussai alla porta, il signore, probabilmente un 70enne, mi aprì e mi chiese di attendere un attimo per andare a prendere i soldi. Dalla porta riuscivo a vedere la sua TV che stava trasmettendo le ultime notizie del giorno.
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Capitolo 2
Mentre tornavo a casa continuai a ripensare a quella notizia. Avevo molta paura che quel virus potesse contagiare i miei cari.
La pedalata verso casa fu molto lunga, parcheggiai la bici e andai subito a dormire. Quella notte nella mia mente risuonavano le parole udite in quella trasmissione, ma fortunatamente, seppur a fatica, riuscii a prendere sonno.
La pedalata verso casa fu molto lunga, parcheggiai la bici e andai subito a dormire. Quella notte nella mia mente risuonavano le parole udite in quella trasmissione, ma fortunatamente, seppur a fatica, riuscii a prendere sonno.
Qualche giorno dopo, prima di andare a fare le consegne, decisi di accendere la TV per avere aggiornamenti sulla situazione. «Allerta Covid – 19! Il virus si sta diffondendo in maniera rapida e sconvolgente. È obbligatorio restare a casa». Sempre più scioccato dalle notizie, presi il telefono per chiamare Paolo, il mio migliore amico, per sapere come stesse, quando una chiamata mi precedette: era sua madre. «Buongiorno signora, come sta?» dissi io con aria turbata. «Jeremy! Jeremy! Aiuto, Paolo è ricoverato in terapia intensiva all’ospedale Sacco!» disse la madre tutto d’un fiato. <<Che cosa succede?» dissi io tutto tremante. «Sono circa 4 giorni che fa fatica a respirare, continua a tossire e ha la febbre alta!» «Oddio signora, vedrà che si riprenderà presto, in caso avesse bisogno di qualcosa, mi chiami pure».
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Capitolo 2
Qualche giorno dopo, prima di andare a fare le consegne, decisi di accendere la TV per avere aggiornamenti sulla situazione. «Allerta Covid – 19! Il virus si sta diffondendo in maniera rapida e sconvolgente. È obbligatorio restare a casa». Sempre più scioccato dalle notizie, presi il telefono per chiamare Paolo, il mio migliore amico, per sapere come stesse, quando una chiamata mi precedette: era sua madre. «Buongiorno signora, come sta?» dissi io con aria turbata. «Jeremy! Jeremy! Aiuto, Paolo è ricoverato in terapia intensiva all’ospedale Sacco!» disse la madre tutto d’un fiato. <<Che cosa succede?» dissi io tutto tremante. «Sono circa 4 giorni che fa fatica a respirare, continua a tossire e ha la febbre alta!» «Oddio signora, vedrà che si riprenderà presto, in caso avesse bisogno di qualcosa, mi chiami pure».
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«Se tutti rispetteremo le regole, usciremo più in fretta dall’emergenza. Il Paese ha bisogno della responsabilità di 60 milioni di italiani che quotidianamente compiono piccoli, grandi sacrifici. Rimaniamo distanti oggi, per abbracciarci domani. Fermiamoci oggi per correre più veloci domani. Tutti insieme ce la faremo» disse Conte nella conferenza stampa che era stata appena trasmessa in TV. Da quel giorno i turni diventarono sempre più infernali. Ogni giorno pedalavo in tutta Milano per fare consegne, i turni erano così stancanti che arrivai quasi al punto di abbandonare tutto, ma non avevo altri modi per pagarmi l’affitto. Tutto si era fermato tranne alcuni servizi essenziali, e il mio lo era.
Dette queste ultime parole, la chiamata s’interruppe e decisi di andare di corsa all’ospedale dove Paolo era ricoverato.
Presi la bici e, in fretta e furia, pedalai per raggiungere l’ospedale. Non appena arrivai, all’entrata trovai la madre di Paolo. Continuava a piangere e a tossire. In lontananza vidi un’infermiera, sembrava un’astronauta a causa delle misure di protezione che indossava. Corsi da lei e le chiesi dove si trovasse la stanza di Paolo Bianchi. Mi disse che non potevo entrare, che i reparti erano chiusi alle visite, onde evitare nuovi focolai di contagi, e mi rassicurò dicendomi che tutto si sarebbe risolto.
Appena tornai a casa accesi la TV: «Milano è ufficialmente in zona rossa, è iniziato il lockdown» annunciò la giornalista.
Presi la bici e, in fretta e furia, pedalai per raggiungere l’ospedale. Non appena arrivai, all’entrata trovai la madre di Paolo. Continuava a piangere e a tossire. In lontananza vidi un’infermiera, sembrava un’astronauta a causa delle misure di protezione che indossava. Corsi da lei e le chiesi dove si trovasse la stanza di Paolo Bianchi. Mi disse che non potevo entrare, che i reparti erano chiusi alle visite, onde evitare nuovi focolai di contagi, e mi rassicurò dicendomi che tutto si sarebbe risolto.
Appena tornai a casa accesi la TV: «Milano è ufficialmente in zona rossa, è iniziato il lockdown» annunciò la giornalista.
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