Quando divenne papa il cardinale Barberini, amico di Galilei, col nome di Urbano VIII, Galilei sperò in un suo appoggio: scrisse quindi un’opera alla quale lavorava da tempo, il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, nella quale metteva a confronto, in maniera molto semplice e chiara, la teoria tolemaica e quella copernicana.
Papa Urbano VIII, però, temendo di perdere il suo potere, sotto minaccia del Consiglio dei Prelati, lasciò che i Gesuiti le idee di Galileo, che fu costretto ad abiurare pubblicamente le proprie tesi e fu condannato agli arresti domiciliari a vita. Galilei trascorse gli ultimi anni della sua vita prima a Roma e poi a Firenze, sorvegliato dal Sant'Uffizio. Tuttavia proseguì nelle sue ricerche, ed eludendo la sorveglianza, riuscì a far giungere in Olanda il frutto delle sue ultime scoperte.
Morì nel 1642.
Papa Urbano VIII, però, temendo di perdere il suo potere, sotto minaccia del Consiglio dei Prelati, lasciò che i Gesuiti le idee di Galileo, che fu costretto ad abiurare pubblicamente le proprie tesi e fu condannato agli arresti domiciliari a vita. Galilei trascorse gli ultimi anni della sua vita prima a Roma e poi a Firenze, sorvegliato dal Sant'Uffizio. Tuttavia proseguì nelle sue ricerche, ed eludendo la sorveglianza, riuscì a far giungere in Olanda il frutto delle sue ultime scoperte.
Morì nel 1642.
Galilei fu innovativo e moderno per l’atteggiamento metodologico che caratterizzava le sue ricerche. Per la prima volta la matematica diventa, nel metodo di Galilei, uno strumento per interpretare la Natura.
La Chiesa, che la subordinava alla teologia, si oppose a questa visione della matematica in grado di descrivere la struttura del mondo.
Il metodo galileiano si fonda sull’osservazione diretta del fenomeno naturale e la sua trascrizione in termini scientifici e matematici. La fase successiva prevede l’elaborazione dei dati sulla base di una dimostrazione matematica per poi arrivare ad un esperimento che confermi il risultato riscontrato dall’esperienza.
La Chiesa, che la subordinava alla teologia, si oppose a questa visione della matematica in grado di descrivere la struttura del mondo.
Il metodo galileiano si fonda sull’osservazione diretta del fenomeno naturale e la sua trascrizione in termini scientifici e matematici. La fase successiva prevede l’elaborazione dei dati sulla base di una dimostrazione matematica per poi arrivare ad un esperimento che confermi il risultato riscontrato dall’esperienza.
Il mezzo che Galilei utilizzava per sostenere la fondatezza delle sue posizioni fu la corrispondenza epistolare.
Attraverso le epistole, scritte con un linguaggio più chiaro e aperto rispetto a quello dei trattati, intratteneva rapporti costanti coi suoi allievi, con colleghi scienziati (come Keplero) o con i suoi nobili protettori.
Raccogliamo di seguito una serie di epistole. Le sue corrispondenze andarono a formare le cosiddette lettere “copernicane” o “teologiche”, che Galilei non concepisce come private, ma come un’occasione per difendere pubblicamente le sue idee.
La sua missione di credente e studioso fu quella di eliminare i pregiudizi secondo cui nelle Sacre Scritture esistevano dei passi che negavano la visione cosmologica di Copernico.
Attraverso le epistole, scritte con un linguaggio più chiaro e aperto rispetto a quello dei trattati, intratteneva rapporti costanti coi suoi allievi, con colleghi scienziati (come Keplero) o con i suoi nobili protettori.
Raccogliamo di seguito una serie di epistole. Le sue corrispondenze andarono a formare le cosiddette lettere “copernicane” o “teologiche”, che Galilei non concepisce come private, ma come un’occasione per difendere pubblicamente le sue idee.
La sua missione di credente e studioso fu quella di eliminare i pregiudizi secondo cui nelle Sacre Scritture esistevano dei passi che negavano la visione cosmologica di Copernico.
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In questa lettera Galilei cerca di conciliare la teoria eliocentrica con le Sacre Scritture.
Secondo Galilei bisogna tenere conto del contesto e degli scopi che degli autori delle Scritture, per giungere ad una ricezione corretta del testo.
La Chiesa cattolica, però, non ammette un criterio di lettura differente da quello tradizionale, quindi non tiene conto del progresso dell’uomo e delle scoperte.
Secondo Galilei l’interpretazione deve essere oggettiva e non affidata alla soggettività dei singoli, in funzione anche dell’epoca.
Anche il linguaggio delle Sacre Scritture, per Galilei, deve essere sottoposto ad interpretazione critica, dal momento che gli autori, per rendere più comprensibili le verità, si sono serviti di argomenti umani, limitati e condizionati dalle conoscenze acquisite in quello stadio della civiltà.
Galilei pretende dunque di estendere alla religione gli stessi criteri utilizzati in materia scientifica, in modo da limitare le verità di fede.
Secondo Galilei bisogna tenere conto del contesto e degli scopi che degli autori delle Scritture, per giungere ad una ricezione corretta del testo.
La Chiesa cattolica, però, non ammette un criterio di lettura differente da quello tradizionale, quindi non tiene conto del progresso dell’uomo e delle scoperte.
Secondo Galilei l’interpretazione deve essere oggettiva e non affidata alla soggettività dei singoli, in funzione anche dell’epoca.
Anche il linguaggio delle Sacre Scritture, per Galilei, deve essere sottoposto ad interpretazione critica, dal momento che gli autori, per rendere più comprensibili le verità, si sono serviti di argomenti umani, limitati e condizionati dalle conoscenze acquisite in quello stadio della civiltà.
Galilei pretende dunque di estendere alla religione gli stessi criteri utilizzati in materia scientifica, in modo da limitare le verità di fede.
IL SIDEREUS NUNCIUS
Il Sidereus Nuncius è un'opera con la quale Galileo Galilei annuncia al mondo le nuove e sconvolgenti scoperte scientifiche effettuate con il nuovo strumento, il cannocchiale. Si tratta di scoperte nei fatti rivoluzionarie sia per la portata dei contenuti, sia per la metodologia con la quale sono state possibili. Le scoperte che Galilei riporta sono:
-I quattro satelliti di Giove;
-La superficie irregolare della luna;
-Le fasi di Venere determinate dalla sua rotazione attorno al Sole.
Il Sidereus Nuncius è un'opera con la quale Galileo Galilei annuncia al mondo le nuove e sconvolgenti scoperte scientifiche effettuate con il nuovo strumento, il cannocchiale. Si tratta di scoperte nei fatti rivoluzionarie sia per la portata dei contenuti, sia per la metodologia con la quale sono state possibili. Le scoperte che Galilei riporta sono:
-I quattro satelliti di Giove;
-La superficie irregolare della luna;
-Le fasi di Venere determinate dalla sua rotazione attorno al Sole.
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Galilei scrisse quest’opera in occasione della comparsa in cielo di tre comete nel 1618, che fu l’occasione uno scontro coi Gesuiti.
È un’epistola scientifica, indirizzata all’amico sacerdote Virginio Cesarini, è una risposta all’opera la “Libra”, del gesuita Orazio Grassi, il quale intendeva confutare le tesi di Galileo sulla natura delle comete.
In quest’opera Galilei espone l’importanza della metodologia della ricerca scientifica, affermando che lo scienziato, nelle sue indagini, deve attenersi all’esperienza derivata dai dati sperimentali.
Galilei fa una distinzione fra qualità soggettive e qualità oggettive di un determinato fenomeno: le prime sono misurabili e hanno valenza scientifica, le seconde non sono misurabili e non hanno valenza scientifica.
È un’epistola scientifica, indirizzata all’amico sacerdote Virginio Cesarini, è una risposta all’opera la “Libra”, del gesuita Orazio Grassi, il quale intendeva confutare le tesi di Galileo sulla natura delle comete.
In quest’opera Galilei espone l’importanza della metodologia della ricerca scientifica, affermando che lo scienziato, nelle sue indagini, deve attenersi all’esperienza derivata dai dati sperimentali.
Galilei fa una distinzione fra qualità soggettive e qualità oggettive di un determinato fenomeno: le prime sono misurabili e hanno valenza scientifica, le seconde non sono misurabili e non hanno valenza scientifica.