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Galileo Galilei

by Marra Martina

Pages 6 and 7 of 9

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 Il mezzo che Galilei utilizzava per sostenere la fondatezza delle sue posizioni fu la corrispondenza epistolare.
Attraverso le epistole, scritte con un linguaggio più chiaro e aperto rispetto a quello dei trattati, intratteneva rapporti costanti coi suoi allievi, con colleghi scienziati (come Keplero) o con i suoi nobili protettori.
Raccogliamo di seguito una serie di epistole. Le sue corrispondenze andarono a formare le cosiddette lettere “copernicane” o “teologiche”, che Galilei non concepisce come private, ma come un’occasione per difendere pubblicamente le sue idee.
La sua missione di credente e studioso fu quella di eliminare i pregiudizi secondo cui nelle Sacre Scritture esistevano dei passi che negavano la visione cosmologica di Copernico.
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In questa lettera Galilei cerca di conciliare la teoria eliocentrica con le Sacre Scritture.
Secondo Galilei bisogna tenere conto del contesto e degli scopi che degli autori delle Scritture, per giungere ad una ricezione corretta del testo.
La Chiesa cattolica, però, non ammette un criterio di lettura differente da quello tradizionale, quindi non tiene conto del progresso dell’uomo e delle scoperte.
Secondo Galilei l’interpretazione deve essere oggettiva e non affidata alla soggettività dei singoli, in funzione anche dell’epoca.
Anche il linguaggio delle Sacre Scritture, per Galilei, deve essere sottoposto ad interpretazione critica, dal momento che gli autori, per rendere più comprensibili le verità, si sono serviti di argomenti umani, limitati e condizionati dalle conoscenze acquisite in quello stadio della civiltà.
Galilei pretende dunque di estendere alla religione gli stessi criteri utilizzati in materia scientifica, in modo da limitare le verità di fede.

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