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25 aprile 2023
Anniversario della
Liberazione d'Italia
Anniversario della
Liberazione d'Italia
IC di Villanterio
Scuola Primaria di Miradolo Terme
Scuola Primaria di Miradolo Terme
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Le alunne e gli alunni hanno partecipato attivamente ad un momento commemorativo
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Al quale hanno presenziato anche diverse autorità locali
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Alcuni canti, con un profondo ed importante significato, hanno accompagnato l'incontro
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Infine gli studenti di classe quinta hanno esposto alcune loro ricerche relative alle staffette partigiane
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Hanno in particolare parlato di giovanissimi ragazzi e ragazze che nel periodo della guerra si sono ritrovati ad affrontare una realtà ingiusta, soprattutto per chi era poco più di un bambino
Luciana Romoli nel 1943 era una ragazzina di
13 anni, cresciuta in una famiglia antifascista.
La Signora Luciana racconta:
La staffetta era la ragazza che, rischiando
la vita, manteneva i collegamenti tra il Comitato di Liberazione Nazionale e le brigate partigiane. Portava ordini, informazioni, armi o medicinali ai combattenti che lottavano.
Le staffette rischiavano ad ogni viaggio di
essere catturate e torturate e per questo nessuno doveva sapere il loro nome né loro dovevano conoscere i nomi degli altri partigiani.
Il mio nome di battaglia era “Luce”, staffetta della
Brigata Garibaldi della sesta zona di Roma.
Sono stata la bambina della Resistenza: a otto anni fui
espulsa da tutte le scuole del Regno per essermi ribellata alle leggi razziali che colpirono la mia compagna di banco ebrea e per aver organizzato una rivolta scolastica.
13 anni, cresciuta in una famiglia antifascista.
La Signora Luciana racconta:
La staffetta era la ragazza che, rischiando
la vita, manteneva i collegamenti tra il Comitato di Liberazione Nazionale e le brigate partigiane. Portava ordini, informazioni, armi o medicinali ai combattenti che lottavano.
Le staffette rischiavano ad ogni viaggio di
essere catturate e torturate e per questo nessuno doveva sapere il loro nome né loro dovevano conoscere i nomi degli altri partigiani.
Il mio nome di battaglia era “Luce”, staffetta della
Brigata Garibaldi della sesta zona di Roma.
Sono stata la bambina della Resistenza: a otto anni fui
espulsa da tutte le scuole del Regno per essermi ribellata alle leggi razziali che colpirono la mia compagna di banco ebrea e per aver organizzato una rivolta scolastica.
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I fascisti arrivarono a notte fonda a casa Sandini, e
naturalmente non trovarono i tre fratelli partigiani.
I fascisti picchiarono la loro mamma. Per farla parlare picchiarono anche suo figlio Livio di 11 anni. Lo riempirono di botte.
-Dicci dove sono i tuoi fratelli.
-Non lo so, sono andati via da tempo, non so dove sono.
Inutile dire che Livio sapeva benissimo che erano appena scappati.
Allora qualcuno del commando prese una corda e la legò ai piedi di Livio che fu calato a testa in giù per oltre 20 metri nel pozzo, fino in fondo.
Nonostante il buio, il terrore, gli spari che sentiva il piccolo Livio non parlò, così furono costretti a tirarlo fuori dal pozzo.
Ma i fascisti non rinunciarono. Lo portarono via e lo rinchiusero insieme ad altri in carcere, ma Livio non parlò mai, così i suoi fratelli si salvarono.
naturalmente non trovarono i tre fratelli partigiani.
I fascisti picchiarono la loro mamma. Per farla parlare picchiarono anche suo figlio Livio di 11 anni. Lo riempirono di botte.
-Dicci dove sono i tuoi fratelli.
-Non lo so, sono andati via da tempo, non so dove sono.
Inutile dire che Livio sapeva benissimo che erano appena scappati.
Allora qualcuno del commando prese una corda e la legò ai piedi di Livio che fu calato a testa in giù per oltre 20 metri nel pozzo, fino in fondo.
Nonostante il buio, il terrore, gli spari che sentiva il piccolo Livio non parlò, così furono costretti a tirarlo fuori dal pozzo.
Ma i fascisti non rinunciarono. Lo portarono via e lo rinchiusero insieme ad altri in carcere, ma Livio non parlò mai, così i suoi fratelli si salvarono.
La partigiana Sandra di Milano racconta:
Quando c’è bisogno si riesce a far tutto con un po’ di incoscienza e buona volontà. Sono stata staffetta partigiana, vengo da una famiglia antifascista e fin da piccola ho imparato che la libertà è il più grande
bene dell’uomo.
Dopo i bombardamenti a Milano siamo sfollati in
montagna. Ho lasciato la scuola e siamo andati a vivere con dei parenti. Da li ho cominciato a far parte della resistenza . Un giorno ho visto due ragazzini su una panchina in piazza, mi sono avvicinata chiedendo
“Voi siete partigiani?”
“No siamo ribelli”.
"Io vorrei entrare nella resistenza”.
“ Tu sei disposta a fare la staffetta? “
Ho risposto di sì .
Quando c’è bisogno si riesce a far tutto con un po’ di incoscienza e buona volontà. Sono stata staffetta partigiana, vengo da una famiglia antifascista e fin da piccola ho imparato che la libertà è il più grande
bene dell’uomo.
Dopo i bombardamenti a Milano siamo sfollati in
montagna. Ho lasciato la scuola e siamo andati a vivere con dei parenti. Da li ho cominciato a far parte della resistenza . Un giorno ho visto due ragazzini su una panchina in piazza, mi sono avvicinata chiedendo
“Voi siete partigiani?”
“No siamo ribelli”.
"Io vorrei entrare nella resistenza”.
“ Tu sei disposta a fare la staffetta? “
Ho risposto di sì .
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