Commemorazione 25 aprile

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La partigiana Sandra di Milano racconta: Quando c’è bisogno si riesce a far tutto con un po’ di incoscienza e buona volontà. Sono stata staffetta partigiana, vengo da una famiglia antifascista e fin da piccola &nbsp;ho imparato che la libertà è il più grande bene dell’uomo. Dopo i bombardamenti&nbsp; a Milano siamo sfollati in montagna. Ho lasciato la scuola e siamo andati a vivere con dei parenti. Da li ho cominciato a far parte della resistenza . Un&nbsp; giorno ho visto due ragazzini su una panchina in piazza, mi sono avvicinata chiedendo “Voi siete partigiani?” “No siamo ribelli”. "Io vorrei entrare nella resistenza”. “ Tu sei disposta a fare la staffetta? “ Ho risposto di sì .

Maria Airaudo, piemontese, nome di battaglia Mary, racconta la sua storia: Sono entrata nella Resistenza senza conoscere l’impegno, le difficoltà che questa scelta comportava. Con incoscienza della giovane età, ma con una volontà unica: la pace. Grazie al lasciapassare tedesco, da presentare alle pattuglie con la carta d’identità &nbsp;potevo muovermi liberamente e portare i messaggi, sempre in bicicletta, percorrendo decine di chilometri di saliscendi ogni giorno.

Tina Anselmi, nome di battaglia Gabriella racconta: Decido di unirmi alla lotta partigiana dopo la&nbsp; morte di 31 partigiani. Per molti mesi ho percorso un centinaio di km al giorno per mantenere i collegamenti tra le formazioni partigiane, trasportando stampa clandestina, armi e messaggi. La resistenza mi ha insegnato che per cambiare il mondo bisogna esserci, bisogna impegnarsi.

Nato a Mantova nel 1931, Franco Cesana è spesso ricordato come il più giovane partigiano caduto nella Resistenza italiana. Cresciuto a Bologna, venne espulso dalla scuola pubblica dopo la promulgazione delle leggi razziali e fu accolto nell’Orfanotrofio Israelitico di Torino e di Roma. Seguendo le orme del fratello, nemmeno tredicenne si arruolò nelle Brigate Garibaldi dichiarando di essere maggiorenne. Vicino Pescarola, alla periferia di Bologna, lui e il fratello furono colti di sorpresa dal fuoco nemico, Lelio riuscì a salvarsi, Franco no.

Le alunne e gli alunni hanno partecipato attivamente ad un momento commemorativo

Ezio Montalenti, classe 1931, racconta: Avevo appena 14 anni quando iniziai a militare nella Resistenza. Iniziai portando manifesti, volantini, e giornali clandestini . La mia casa mia era diventata una tipografia clandestina, il compito di noi ragazzi era portare documenti e distribuire giornali antifascisti. C’era sempre il pericolo di essere fucilati o deportati in un campo di concentramento. Io riuscii sempre a cavarmela, ma non tutti i miei compagni ebbero la stessa fortuna.

25 aprile 2023 Anniversario della Liberazione d'Italia

IC di Villanterio Scuola Primaria di Miradolo Terme

Infine gli studenti di classe quinta hanno esposto alcune loro ricerche relative alle staffette partigiane

Hanno in particolare parlato di giovanissimi ragazzi e ragazze che nel periodo della guerra si sono ritrovati ad affrontare una realtà ingiusta, soprattutto per chi era poco più di un bambino

Luciana Romoli nel 1943 era una ragazzina di 13 anni, cresciuta in una famiglia antifascista. La Signora Luciana racconta: La staffetta era la ragazza che, rischiando la vita, manteneva i collegamenti tra il Comitato di Liberazione Nazionale e le brigate partigiane. Portava ordini, informazioni, armi o medicinali ai combattenti che lottavano. Le staffette rischiavano ad ogni viaggio di essere catturate e torturate e per questo nessuno doveva sapere il loro nome né loro dovevano conoscere i nomi degli altri partigiani. Il mio &nbsp;nome di battaglia &nbsp;era “Luce”, staffetta della Brigata Garibaldi della sesta zona di Roma. Sono stata la bambina della Resistenza: a otto anni fui espulsa da tutte le scuole del Regno per essermi ribellata alle leggi razziali che colpirono la mia compagna di banco ebrea e per aver organizzato una rivolta scolastica.

I fascisti arrivarono a notte fonda a casa Sandini, e naturalmente non trovarono i tre fratelli partigiani. I fascisti picchiarono la loro mamma. Per farla parlare picchiarono anche suo figlio Livio di&nbsp;11&nbsp;anni. Lo riempirono di botte. -Dicci dove sono i tuoi fratelli. -Non lo so, sono andati via da tempo, non so dove sono. Inutile dire che Livio sapeva benissimo che erano appena scappati. Allora qualcuno del commando prese una corda e la legò ai piedi di Livio che fu calato a testa in giù per oltre 20 metri nel pozzo, fino in fondo. Nonostante il buio, il terrore, gli spari che sentiva il piccolo Livio non parlò, così &nbsp;furono costretti a tirarlo fuori dal pozzo. Ma i fascisti non rinunciarono. Lo portarono via e lo rinchiusero insieme ad altri in carcere, ma Livio non parlò mai, così i suoi fratelli si salvarono.&nbsp;

Quando lo videro arrivare i vecchi partigiani si chiesero: cosa ci faceva un bambino fra di loro? Capirono che alla base dovevano esserci delle motivazioni serie, mature, che, avevano indotto un ragazzino a imitare quella vita fatta di stenti, di fame, di pericoli, di morte. Ma si accorsero man mano che passavano i giorni che quel ragazzino era molto maturo. Già la scelta del nome di battaglia aveva fatto comprendere l’anima, di un ragazzino di 12 anni che non giocava a fare la guerra, ma che faceva la guerra. Quel ragazzino scelse il nome di battaglia più bello della resistenza: Aria, sinonimo di una richiesta intima di aria di libertà. La libertà che era stata abolita da un ventennio di menzogne incominciava sui monti a prendere forma, consistenza. Aria scortava don Berto indossando un mitra più alto di lui. Furono in sette ad essere catturati dai tedeschi e dalle brigate nere. Aria&nbsp; fu trasportato &nbsp;in carcere fu ripetutamente interrogato poiché tedeschi e fascisti cercavano di carpirgli ciò di cui era a conoscenza. Resistette ad ogni attacco violento senza svelare nulla di cui sapeva, ed Aria di cose ne sapeva: sapeva tutto l’organigramma della brigata . Grazie a due partigiane riuscì a scappare e si salvò.

Vola la libertà viaggiando nei pensieri vola leggera su strade e sentieri vola attraverso parole e racconti vola esplorando nuovi orizzonti vola oltre muri, barriere e confini vola negli occhi di tutti i bambini

Alcuni canti, con un profondo ed importante significato, hanno accompagnato l'incontro

Al quale hanno presenziato anche diverse autorità locali

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