Il rischio idrogeologico
RISCHIO IDROGEOLOGICO
Il rischio idrogeologico (idros= acqua + geologia) è il rischio connesso all'instabilità dei versanti delle montagne e colline, dovuta a particolari aspetti geologici e geomorfologici, o di corsi fluviali in conseguenza di particolari condizioni atmosferiche meteorologiche e climatiche
Il rischio idrogeologico (idros= acqua + geologia) è il rischio connesso all'instabilità dei versanti delle montagne e colline, dovuta a particolari aspetti geologici e geomorfologici, o di corsi fluviali in conseguenza di particolari condizioni atmosferiche meteorologiche e climatiche
Connesso con il rischio è il
DISSESTO IDROGEOLOGICO
ovvero l'insieme dei processi morfologici che hanno un'azione fortemente distruttiva in termini di degradazione del suolo e quindi indirettamente nei confronti delle opere umane (case, strade, paesi interi, porti ecc). Esso comprende tutti quei processi, a partire dall'erosione superficiale e sotto la superficie, fino agli eventi più catastrofici quali frane e alluvioni.
DISSESTO IDROGEOLOGICO
ovvero l'insieme dei processi morfologici che hanno un'azione fortemente distruttiva in termini di degradazione del suolo e quindi indirettamente nei confronti delle opere umane (case, strade, paesi interi, porti ecc). Esso comprende tutti quei processi, a partire dall'erosione superficiale e sotto la superficie, fino agli eventi più catastrofici quali frane e alluvioni.
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L'Italia ed il rischio idrogeologicoll 91,1% dei comuni italiani sorge in un’area in cui il rischio di dissesto idrogeologico è notevole. La superficie delle aree classificate a pericolosità da frana medio-alta e/o idraulica di media intensità ammonta complessivamente a 50.117 chilometri quadrati, ed è pari al 16,6% del territorio nazionale.
Si tratta di zone in cui, a seguito di precipitazioni molto abbondanti, possono verificarsi frane o alluvioni, anche di ampie dimensioni.
A dirlo sono i dati raccolti nel rapporto dell' Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) sul dissesto idrogeologico, pubblicato a giugno 2018.
Questi dati sono stati rilevati nel corso del 2017 e forniscono un quadro di riferimento sul pericolo di frane e alluvioni sul territorio nazionale e su altri indicatori di rischio relativi alla popolazione, agli edifici e ai beni culturali.
Si tratta di zone in cui, a seguito di precipitazioni molto abbondanti, possono verificarsi frane o alluvioni, anche di ampie dimensioni.
A dirlo sono i dati raccolti nel rapporto dell' Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) sul dissesto idrogeologico, pubblicato a giugno 2018.
Questi dati sono stati rilevati nel corso del 2017 e forniscono un quadro di riferimento sul pericolo di frane e alluvioni sul territorio nazionale e su altri indicatori di rischio relativi alla popolazione, agli edifici e ai beni culturali.
L’Italia è tra i paesi più interessati da fenomeni franosi in Europa, con un’area a pericolosità da frana alta, media, moderata e di attenzione pari al 19,9% del territorio nazionale (59.981 chilometri quadrati). Per quanto riguarda, invece, le alluvioni, la superficie interessata con più frequenza ammonta a 12.405 chilometri quadrati (4,1% del territorio nazionale), mentre le aree a pericolosità media raggiungono i 25.398 chilometri quadrati (8,4%).
Toscana, Emilia-Romagna e Lombardia sono tra le regioni più interessate dal dissesto idrogeologico e a rischio sia di frane, sia di alluvioni.
Con frana si intende un fenomeno eterogeneo che varia a seconda della velocità e capacità distruttiva: si va dai crolli e dalle colate rapide di fango e detriti, fino alle colate lente e alle frane complesse.
Considerando che ogni anno si verifica circa un centinaio di frane sul territorio nazionale, che causano vittime, feriti, evacuazioni e danni a edifici, beni culturali e infrastrutture, si può affermare che non si tratti solo di eventi isolati e causati da condizioni atmosferiche particolari o da eventi sismici.
Con alluvione, invece, si intende un allagamento temporaneo di aree che di norma non sono coperte d’acqua, ad opera di fiumi, canali, torrenti, laghi o anche del mare. Le alluvioni sono state catalogate secondo il tempo di ritorno e distinte in alluvioni frequenti (tra i 20 e i 50 anni), alluvioni poco frequenti (tra i 100 e i 200 anni) e, infine, in zone a scarsa probabilità di alluvione.
Toscana, Emilia-Romagna e Lombardia sono tra le regioni più interessate dal dissesto idrogeologico e a rischio sia di frane, sia di alluvioni.
Con frana si intende un fenomeno eterogeneo che varia a seconda della velocità e capacità distruttiva: si va dai crolli e dalle colate rapide di fango e detriti, fino alle colate lente e alle frane complesse.
Considerando che ogni anno si verifica circa un centinaio di frane sul territorio nazionale, che causano vittime, feriti, evacuazioni e danni a edifici, beni culturali e infrastrutture, si può affermare che non si tratti solo di eventi isolati e causati da condizioni atmosferiche particolari o da eventi sismici.
Con alluvione, invece, si intende un allagamento temporaneo di aree che di norma non sono coperte d’acqua, ad opera di fiumi, canali, torrenti, laghi o anche del mare. Le alluvioni sono state catalogate secondo il tempo di ritorno e distinte in alluvioni frequenti (tra i 20 e i 50 anni), alluvioni poco frequenti (tra i 100 e i 200 anni) e, infine, in zone a scarsa probabilità di alluvione.
Toscana, Emilia-Romagna, Campania, Valle d’Aosta, Abruzzo, Lombardia, Sardegna e la provincia di Trento presentano le zone in cui il rischio di frane è più elevato.
Invece le aree a maggior rischio di alluvione si trovano in maggioranza in Emilia-Romagna, prima tra le regioni italiane, e con un certo distacco su Toscana, Lombardia, Piemonte e Veneto.
Oltre 7 milioni di italiani risiedono in zone vulnerabili.
Invece le aree a maggior rischio di alluvione si trovano in maggioranza in Emilia-Romagna, prima tra le regioni italiane, e con un certo distacco su Toscana, Lombardia, Piemonte e Veneto.
Oltre 7 milioni di italiani risiedono in zone vulnerabili.
Gli effetti dell' alluvione di Giampilieri (Messina) dell'ottobre 2009. Il nubifragio causò la morte di 37 persone tra cui bambini ed ingenti danni alle abitazioni e alle infrastrutture
Le cause del rischio idrogeologico