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favole

by daniela bianchi

Pages 4 and 5 of 45

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Il semaforo vagabondo

A Roma, città bellissima ma piena piena di automobili e di traffico, un giorno accadde qualcosa di molto strano…
Un semaforo, che si era stancato di starsene fermo al suo angolo, pensò che ormai, dopo tanti anni, era arrivato il momento di muoversi. Non sopportava più di vedere passare la gente, in macchina e a piedi, senza essere rispettato: erano di più, infatti, quelli che facevano finta di non vederlo rispetto a quelli che eseguivano i suoi ordini silenziosi. Così lui era costretto ad assistere, ogni giorno, a scontri tra automobili, motorini, camion e ad incidenti di persone sbadate.
Quella mattina, però, si svegliò prestissimo, prima della solita ora, tirò fuori il suo lungo piede dall’asfalto, si sgranchì un po’ e… via! Cominciò subito a saltellare nei dintorni, cantando e ridendo per la gioia. Poi si allontanò sempre di più, fino ad arrivare nella parte opposta della città.
Si accorse che c’erano vie ed incroci senza neppure un piccolo semaforo, e decise, quindi, di mettersi a lavorare dove c’era bisogno: passò tutta la giornata muovendosi da un incrocio all’altro, finché un vigile alto ed occhialuto lo fermò.
-         Si può sapere perché te ne vai in giro, invece di rimanere fermo al tuo posto?
-         Veramente dove stavo io quasi nessuno mi rispettava, ed io mi ero stufato di sentirmi inutile!
-         Non puoi fare quello che vuoi: anche tu non sei stato corretto! Adesso ritorna al tuo angolo e non te lo far ripetere, altrimenti dovrai pagare una multa!
Il semaforo obbedì: era sera e le luci della città gli facevano compagnia.
Ripensandoci bene, capì che anche lui aveva sbagliato ad andarsene, e promise a se stesso di non farlo mai più.
Ora è sempre lì, al suo angolo, ad accendere le sue luci colorate… ma qualche volta chiude gli occhi per non vedere troppi incidenti. Tra un po’ andrà in pensione e verrà sostituito: chissà se nel frattempo qualcuno avrà pensato ad aggiungere altri semafori nelle strade di Roma…