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Un racconto nel cassetto

by Biblioteca C.Protti - Travacò Siccomario

Cover

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Realizzato da
Biblioteca Comunale Carla Protti”
Travacò Siccomario
INDICE

Mi chiamo Erica, e adoro il vento!
di Boatti Elisabetta

Attimi
di Monica Aguzzi

Verde interrotto
di Rossella Di Palma

E adesso… cosa faccio adesso???
di Orietta Piazza

Pruvisori l'è mort
di Giovanni Sgarella e Gipo Anfosso

Per non dimenticare
di Lilia Derenzini

Dacci la mia!
di Ornella Bottazzi
INDICE

Mi chiamo Erica, e adoro il vento!
di Boatti Elisabetta

Attimi
di Monica Aguzzi

Verde interrotto
di Rossella Di Palma

E adesso… cosa faccio adesso???
di Orietta Piazza

Pruvisori l'è mort
di Giovanni Sgarella e Gipo Anfosso

Per non dimenticare
di Lilia Derenzini

Dacci la mia!
di Ornella Bottazzi
Aiuto! Chi c’è là fuori?
di Myriam Oggioni

I raviö
di Rosi Carrera

Il Natale dell’orso Balengo
di Claudia Celè

Le principesse dei fiori e la primavera perduta
di Wioletta Sliwa
Mi chiamo Erica, e adoro il vento!

di Boatti Elisabetta

Io conosco il vento!
Non so semplicemente cos’è, … io lo conosco!
Quando si prevede una giornata ventosa, io lo percepisco già dal giorno precedente ed è come se tutto il mio corpo entrasse in una “realtà parallela”.
I miei sensi si acuiscono, la mia pelle si increspa e tutto il mio essere viene pervaso da un’eccitante inquietudine.
Come ho detto, già dal giorno prima inizio a essere agitata e nervosa.
Non perché il vento mi dia fastidio, anzi!
Io amo il vento e la mia è un’irrequietezza, una frenesia che si quieta solo quando, finalmente, riesco ad uscire e immergermi totalmente in esso.
Ragione per cui, quando c’è il vento voglio andare fuori, sentire l’aria sul mio viso e sentire i capelli che svolazzano e mi si arruffano in testa.
Mi chiamo Erica, e adoro il vento!

di Boatti Elisabetta

Io conosco il vento!
Non so semplicemente cos’è, … io lo conosco!
Quando si prevede una giornata ventosa, io lo percepisco già dal giorno precedente ed è come se tutto il mio corpo entrasse in una “realtà parallela”.
I miei sensi si acuiscono, la mia pelle si increspa e tutto il mio essere viene pervaso da un’eccitante inquietudine.
Come ho detto, già dal giorno prima inizio a essere agitata e nervosa.
Non perché il vento mi dia fastidio, anzi!
Io amo il vento e la mia è un’irrequietezza, una frenesia che si quieta solo quando, finalmente, riesco ad uscire e immergermi totalmente in esso.
Ragione per cui, quando c’è il vento voglio andare fuori, sentire l’aria sul mio viso e sentire i capelli che svolazzano e mi si arruffano in testa.
E quando sono affondata in esso sono come inondata dalla sua folle energia che si impossessa di ogni cellula del mio corpo.
Fisicamente ho una madre e un padre che adoro e senza i quali non potrei sopravvivere, ma posso senz’altro dire che la mia anima è figlia del vento!
Perché, io conosco il vento quando c’è, e anche quando non c’è.
La brezza esalta ogni mio senso.
È come se le mie gambe e le mie braccia non mi appartenessero più, sono come animate da volontà propria e stento a tenerle sotto controllo.
E allora succede che si agitino in modo che, ad uno sguardo distratto, può sembrare convulso e disordinato, ma, se mi guardi bene vedrai che in quei movimenti è espressa tutta la mia gioia, la mia euforia, la mia voglia di vivere.
Percepisco anche i muscoli del mio volto che si contraggono e si rilassano senza sosta in sorrisi che diventano risate irrefrenabili.
E poi, le urla!
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