Book Creator

Come vi raccontiamo i "Promessi Sposi"

by Marisa Moles

Pages 2 and 3 of 10

Come vi raccontiamo i Promessi Sposi
Laboratorio di scrittura creativa
Loading...
Intervista impossibile a Don Abbondio

Studio: Ed ora, cari telespettatori, ecco la vostra rubrica preferita, “Intervista alla Storia”! Diamo la linea al nostro inviato!
Intervistatore: Grazie per il collegamento! Come vedete ci troviamo “lì dove quel ramo del lago di Como volge a mezzogiorno”, il 7 novembre dell’anno 1628, ansiosi di intervistare il curato del paese. Lo vediamo arrivare! Ci si avvicina con la sua ormai celebre camminata giornaliera, tenendo il breviario aperto in mano e recitando le sue preghiere. Un sasso tenta di sbarrargli il passaggio, ma prontamente egli lo calcia contro un muro lontano, continuando imperterrito nelle sue orazioni. Credo però si sia accorto della nostra presenza - che a quanto sembra gli è scomoda: infatti sta aumentando la sua andatura, il breviario è chiuso dietro la schiena, la sua bocca serrata non prega più come prima! Ma noi siamo cronisti allenati e lo raggiungiamo in un lampo. Don Abbondio! Don Abbondio! Ha due minuti per concederci un’intervista?
Loading...
Don Abbondio: ...
I: A quanto pare non ci sente. Signor curato può rispondere a qualche domanda?
D.A.: ...
I: Non faccia finta di non sentirci! Ormai il fatto è sulla bocca di tutti.
D.A.: Come sulla bocca di tutti?! Quella pettegola di Perpetua ha già spifferato l’intera storia?
I: Ah, finalmente una reazione! A questo proposito, siamo venuti da lei per avere qualche chiarimento.
D.A.: Non ho niente da dire... e spegni quella roba!
I: Ehi! giù le mani dalla telecamera! Non si preoccupi di noi, ha già le sue grane con qualcun altro!
D.A.: Non sarete mica dei protetti di Don Rodrigo? In tal caso mi scuso per il mio comportamento!
I: Ma la smetta di inchinarsi di qua e di là, siamo venuti solo per farle qualche domanda.
D.A.: Ah, che seccatori! Se proprio dovete chiedermi qualcosa fatelo in fretta, che la messa non si celebra da sola.
I: Sì, non si agiti, saremo rapidi e concisi. Allora, prima domanda: ci racconti la sua disavventura con i Bravi.
D.A.: Quale disavventura? Non so di cosa stiate parlando.
I: Su, su, signor curato, non faccia il finto tonto con noi!
D.A.: E va bene, ma siete proprio insistenti. Tengo però ad informarvi subito che sono sempre stato un uomo d’onore, devoto ai potenti e alla croce. Se non fosse stato per quei due ragazzacci, senza offesa ovviamente, tutto questo non sarebbe mai successo! I giovani d’oggi, che fanno i pasticci tra loro e pretendono che sia io a risolverli! Che iella, proprio a me doveva capitare? Dunque, come tutti i giorni passeggiavo leggendo questo libro di preghiere, quando d’un tratto scorsi in lontananza due uomini: era chiaro che stessero aspettando il sottoscritto, nei dintorni non c’era anima viva oltre a noi.
I: E qual è stato il suo primo pensiero?
D.A.: La fuga, di sicuro! Purtroppo, mi era impossibile: uscite a destra o a sinistra non v’erano e tornare sui miei passi sarebbe stato come dire “inseguitemi”, o anche peggio! Questi due “gentiluomini” continuavano ad avanzare, guardandomi fisso. Non potendo fare altrimenti, andai loro incontro; proclamando un versetto a voce alta, ma quei due mi fermarono. Subito mi esaminai la memoria, cercando di rammentare se avessi peccato contro qualche signore, ma mi sovvenne di no.
I: Cosa successe poi?
D.A.: Mi chiesero alcune cose... e me ne ordinarono delle altre. E questo è tutto ciò che posso dirvi.
I: Queste misteriose “cose” a cui allude hanno per caso a che fare con Renzo Tramaglino e Lucia Mondella?
D.A.: Assolutamente no...!
I: Be’, se questo è tutto ciò che può rivelarci, allora l’affare non è poi così grave come si pensava!
D.A.: Ma come vi permettete! È assai grave! Mi hanno ordinato di non maritare per nessun motivo Renzo e Lucia, i due promessi sposi di Lecco... maledizione! Non avrei dovuto dirlo, porca di una-
I: Don Abbondio! Si fermi! Cosa sta dicendo?! Non è per nulla un linguaggio consono ad un prete!
D.A.: Mi perdoni, ho perso per un attimo il lume della ragione... Sapete, sono stato anche minacciato e Don Rodrigo non è uno che va per la leggera! ...Maledizione, non avrei dovuto dire nemmeno questo!
I: Cambiamo domanda, prima che lei si faccia uccidere. Che ha intenzione di fare adesso? Cercherà un accordo con chi-sa-lei?
D.A.: State scherzando, spero! Non avete la minima idea di cosa sia capace quel tale. Preferirei non aggravare ulteriormente la mia posizione...
I: È proprio un cuor di leone lei, vero?
D.A.: Le piace scherzare, eh? Non è da poco che ho capito d’essere un vaso di terracotta in compagnia di vasi di ferro; il diventare prete era tutto ciò che mi rimanesse da tentare pur di non finire sottomesso: sviluppai presto un sistema per scansare le liti, ma ‘sta volta sembra che non abbia funzionato.
I: Ci dica allora, qual è il suo segreto?
D.A.: Il mio sistema consiste nello scansare tutti i contrasti e, come in questo caso, stare dalla parte del più potente in quelli che non riesco ad evitare, sempre però facendo capire all’altro che non gli sono volontariamente nemico.
I: E con Renzo e Lucia? Come pensa di gestire la cosa?
D.A.: La prego, parli a bassa voce! Dovrò per forza trovare il modo di dissuaderli... Potrei dire loro che mancano delle carte. Che idea geniale!
I: Se lo dice lei... Una delle ultime domande: per quale motivo non ha riferito la notizia ai suoi superiori?
D.A.: Ah, ancora questa domanda! Anche Perpetua, non sapendo tenere la lingua ferma, me l’ha chiesto. Non avete ancora capito con chi ho a che fare? Se i Bravi volessero spararmi credete che l’arcivescovo potrebbe fare qualcosa per impedirlo? Tanto vale lasciar perdere.
I: A proposito di Perpetua, come ha reagito alla notizia? Gliel’avrà detto, no?
D.A.: Figuriamoci! Me lo ha cacciato fuori con le pinze e una bottiglia di vino. Comunque all’udire del fatto pareva perfino più agitata di me.
I: Comprensibile... Ora, un’ultima domanda-
D.A.: Finalmente! Mi stavo seriamente scocciando!
PrevNext