Il Purgatorio dantesco

Parchment

È la Cornice del Purgatorio in cui si sconta il peccato capitale di invidia, ed è descritta nei Canti&nbsp;XIII e&nbsp;XIV&nbsp;della II Cantica. Queste anime&nbsp;indossano un mantello di panno ruvido e pungente e stanno sedute a terra appoggiate l'una all'altra. Inoltre, i loro occhi sono cuciti con un filo di ferro. Comprendiamo allora che il contrappasso è legato al significato etimologico della parola «invidia», dal latino&nbsp;invideo&nbsp;(guardare di malocchio). Infatti, questi penitenti espiano la loro colpa non potendo guardare malignamente con gli occhi.

Le anime di questa cornice ascoltano gli esempi di carità premiata. Uno di questi è quello di&nbsp;Maria, che alle nozze di Cana dice a Gesù&nbsp;"Vinum non habent"&nbsp;(«non hanno vino»), invitando perciò Cristo a compiere il primo miracolo.&nbsp;

Giotto, le nozze di Cana (Cappella degli Scrovegni)

All'uscita dalla Cornice vi sono gli esempi di invidia punita. Uno dei più noti è quello di Aglauro, che fu trasformata in sasso da&nbsp;Mercurio&nbsp;poiché, essendo invidiosa della sorella Erse, cercava di ostacolare l'amore di questa per il dio.

È la Cornice del Purgatorio in cui si sconta il peccato capitale di lussuria, descritto nei Canti&nbsp;XXV,&nbsp;XXVI&nbsp;e&nbsp;XXVII. I lussuriosi&nbsp;camminano in una cortina di fiamme, che fuoriesce dalla parete rocciosa del monte ed avvolge tutta la Cornice. I penitenti cantano l'inno&nbsp;Summae Deus clementiae e dichiarano gli esempi di castità e di lussuria punita.

Prima di giungere al Paradiso Terrestre, che rappresenta l'ultima tappa della II Cantica, Dante si addormenta e, con l'arrivo dell'alba, sogna Lia, che sta producendo per sé una ghirlanda. La ragazza dichiara, inoltre, che sua sorella Rachele non si stanca mai di guardare la sua immagine riflessa. Secondo pertanto questo racconto, Lia è simbolo della vita attiva e Rachele è invece simbolo della vita contemplativa.

Il custode della Cornice è l'Angelo della Castità, che dichiara beati i puri di cuore. Da questo momento, il viaggio di Dante nel Purgatorio può essere considerato terminato.

È la Cornice del Purgatorio in cui si sconta il peccato capitale di accidia, che impedisce di cercare il bene. Questa porzione di Purgatorio è presentata nei Canti&nbsp;XVII,&nbsp;XVIII&nbsp;e&nbsp;XIX.&nbsp;

Nel Canto XIX, Dante si addormenta e sogna la femmina balba, che disorienterà il poeta dopo aver modificato le sue sembianze fisiche. Virgilio riuscirà alla fine, grazie all'intercessione di una santa donna, a svelare la vera identità della femmina e a liberare Dante.

I penitenti sono costretti a correre lungo la Cornice, gridando esempi di sollecitudine e accidia punita. 

All'uscita della Cornice, l'Angelo della Sollecitudine, custode della stessa, invita i due autori a salire alla Cornice successiva.

È la Cornice del Purgatorio in cui si sconta il peccato capitale di ira, ed è descritta nei Canti&nbsp;XV,&nbsp;XVI&nbsp;e&nbsp;XVII. Gli&nbsp;iracondi&nbsp;sono avvolti da un fumo oscuro e denso, che causa l'irritazione dei loro occhi e, conseguentemente, la cecità. Il senso del contrappasso allude all'ira che li accecò in vita e ottenebrò loro la mente, inducendoli dunque a peccare.

In questa cornice, inoltre, a Dante sono rivelati gli esempi di mansuetudine con delle visioni estatiche.

Una di queste mostra l'immagine di S. Stefano, martirizzato dai Giudei e intento a chiedere a Dio il perdono per i propri uccisori.

All'uscita dalla Cornice, sono rivelati con le consuete visioni gli esempi di ira punita.

Tra questi ricordiamo quello della regina Amata, moglie del re Latino, che si impicca per le nozze improrogabili della figlia Lavinia con&nbsp;lo straniero Enea.

La terza Cornice è custodita dall'Angelo della Pace, incontrato da Dante nel Canto XVII.

È la Cornice del Purgatorio in cui si scontano i peccati capitali di avarizia e prodigalità. Essa è descritta nei Canti&nbsp;XIX, XX e XXI&nbsp;della II Cantica. I penitenti sono stesi e legati a terra, proni, costretti quindi a rivolgere la schiena al cielo e la faccia al pavimento roccioso, poiché in vita badarono soltanto ai beni materiali. Infatti, recitano il versetto del Salmo 118 "L'anima mia è attaccata alla terra".

Ad un certo punto, Dante sente una delle anime, quella di&nbsp;Ugo Capeto, dichiarare gli esempi di povertà e liberalità, come quello di&nbsp;Maria&nbsp;che partorì Gesù in una stalla. 

Ugo Capeto, inoltre, spiega a Dante che le anime dichiarano di giorno gli esempi di virtù opposta al peccato, mentre di notte ricordano quelli di avarizia punita.

Prima di lasciare la Cornice, Dante e&nbsp;Virgilio&nbsp;sentono un tremendo terremoto che scuote la montagna del Purgatorio. Sarà poi l'anima del poeta latino Stazio a spiegare che tale evento indica il completamento del percorso di purificazione di un penitente. Il custode della Cornice è l'Angelo della Giustizia.

Si tratta della parte del Purgatorio in cui devono sostare le anime dei penitenti non ancora ammessi a scontare le pene delle sette Cornici; ne fanno parte la spiaggia, descritta nei Canti iniziali, i due «balzi» trasversali al monte e una valletta&nbsp;scavata nel fianco del monte.

La spiaggia ospita i contumaci, ovvero coloro che sono morti dopo essere stati colpiti da scomunica, che devono attendere trenta volte il tempo in cui sono stati ribelli alla Chiesa e, inoltre, avanzano in gruppo lentamente.

Nel I balzo vi sono i pigri a pentirsi costretti ad attendere tutto il tempo della loro vita seduti all'ombra di un macigno.

Nel II balzo troviamo i&nbsp;morti per forza, peccatori fino all'ultima ora, che devono aspettare un tempo pari alla loro vita, camminando lentamente e intonando il Miserere.

S. Botticelli, La spiaggia del Purgatorio

Nella valletta ci sono i&nbsp;principi negligenti che ogni giorno al tramonto sono sottoposti alla tentazione del serpente, così che si sviluppi nelle anime la sola tendenza al bene.

"Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza"

Realizzato da Paolo Daidone Anno Scolastico 2020/2021 - Classe IV A Liceo Classico "L. Ximenes", Trapani.

Dante Alighieri (Inferno, XXVI)

GRAZIE

Nella Cornice I del Purgatorio si sconta il peccato capitale più grave, quello di superbia, che è descritto nei Canti X, XI e XII. I superbi sono costretti a camminare curvi sotto il peso di enormi macigni, che recano loro sofferenza fisica.&nbsp;La Cornice si presenta come un sentiero tortuoso scavato nella roccia ed è sorvegliata dall'Angelo dell'umiltà.

All'ingresso vi sono gli esempi di umiltà, che sono scolpiti su marmo e sono posti sullo zoccolo della parete rocciosa. Tra questi vi è quello di Maria che riceve l'Annunciazione dall'arcangelo Gabriele.

All'uscita della Cornice, invece, troviamo gli esempi di superbia punita che sono scolpiti sul pavimento, perché vanno calpestati. Esempio ne è quello di Aracne che, avendo sfidato Minerva nella tessitura, era stata trasformata in ragno.&nbsp;

L'obiettivo di queste anime è sconfiggere la vanitas.

È la Cornice in cui si sconta il peccato capitale di gola, descritto nei Canti&nbsp;XXII,&nbsp;XXIII,&nbsp;XXIV&nbsp;e&nbsp;XXV. I&nbsp;golosi&nbsp;sono tormentati dalla fame e dalla sete, che determina una spaventosa magrezza. La fame è provocata dal profumo di dolci frutti

In particolare, nel canto XXIII, Dante incontra Forese Donati. Alighieri si serve dell'amico per compiere una violenta invettiva contro le donne fiorentine, che non mostrano affatto pudicizia, contrariamente a Nella, moglie dello stesso Forese.

che crescono su due alberi, posti all'ingresso e all'uscita della Cornice.

Nella Cornice, inoltre, si fa riferimento ad esempi di temperanza e di gola punita.

Il primo albero è simile a un abete rovesciato che si allarga progressivamente verso l'alto; il secondo è nato dall'albero della conoscenza del bene e del male, che si trova nell'Eden. 

La Cornice è custodita, in questo caso, dall'Angelo della Temperanza. Questo dichiara beati, come ha fatto anche l'Angelo della Cornice V, coloro che hanno fame di giustizia.

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