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Tra nòmos e physis

by Francesco Baldassarre

Pages 10 and 11 of 12

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LA TRAGEDIA DI SOFOCLE
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Antefatto
Dopo che su Tebe ha regnato Edipo, i suo figli, Eteocle e Polinice, si accordano per dividersi a turno il trono, ma Eteocle non rispetta i patti. Polinice, scacciato, chiede aiuto al suocero Adrasto, re di Argo, e muove guerra alla città natale con un esercito al cui comando sono sette valenti eroi: è la spedizione nota nel mito come dei 'sette contro Tebe'. Eteocle e Polinice muoiono però l'uno per mano dell'altro, gli assalitori vengono respinti e il potere è assunto da Creonte, fratello di Giocasta. È a questo punto che ha inizio la tragedia di Sofocle.

L’Antigone
Considerando Polinice un traditore, Creonte ordina con un editto che il suo cadavere rimanga insepolto. Ma Antigone, mossa dall'affetto di sorella e appellandosi alle leggi divine che impongono pietà per i morti, disobbedisce al decreto del nuovo re. Dopo aver inutilmente tentato di coinvolgere nell'azione la timorosa sorella Ismene, esce di notte fuori le mura, si reca sul luogo ove è stato portato il cadavere di Polinice e gli dà una simbolica sepoltura cospargendolo di polvere. Sorpresa dalle guardie di Creonte, viene portata alla presenza del re, dinanzi al quale rivendica con fierezza la legittimità del suo gesto: ella ha sì violato l'editto del sovrano, ma ha inteso obbedire alle leggi degli dei: leggi "non scritte, inalterabili, fisse, che non da ieri, non da oggi esistono, ma eterne" e perciò di gran lunga superiori alle leggi dei mortali. Creonte, adirato ma incapace di replicare alle argomentazioni della fanciulla, ordina che sia rinchiusa in una grotta fuori città.
Invano suo figlio Emone, fidanzato di Antigone, cerca di intercedere per lei: il dispotico Creonte è sordo anche alle sue preghiere. Solo quando Tebe è colpita da una serie di eventi infausti e l'indovino Tiresia spiega che essi sono dovuti alla collera degli dei, il re concede infine che a Polinice siano resi gli onori funebri. Vorrebbe anche liberare Antigone, ma è troppo tardi: la fanciulla si è tolta la vita impiccandosi; lo stesso Emone, alla vista della fanciulla morta, si suicida; e anche Euridice, la moglie di Creonte, quando apprende che ha perso suo figlio, pone fine ai suoi giorni. A Creonte, solo e disperato, non resta che vivere nel dolore

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