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Libro Erice

by rossella ruggirello

Pages 4 and 5 of 30

Istituto Comprensivo "G. Mazzini" Erice
Il libro
di Erice
La magia di un borgo senza tempo
Una città è come un libro. Al posto delle parole ci sono "i segni" lasciati dalle precedenti generazioni.
Se la città è millenaria come Erice, i segni prodotti - le forme, i colori, i suoni, gli spazi, ecc. - assumono una connotazione storica e culturale tutta particolare. Come studenti e come docenti, allora, abbiamo il dovere di studiare e di decifrare i messaggi di civiltà che questi segni ancora ci mandano.
Tullio Sirchia
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Erice...
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È una piccola città di storia, tradizione, fantasia.
Conquistata da tanti popoli che nomi diversi le hanno dato.

Dall’alto del monte, domina ancora Trapani e il mare come una regina.
Le sue antiche mura, chiuse nel passato, oggi sono aperte al futuro del mondo.
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CLIL
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What are you waiting for?
Come and visit Erice!!
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... a magic place!
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Speech Bubble
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Erice is a small medieval village on the top of “Mount Erice”.
If you are in Trapani and you want to reach it, take the cableway: it’s fast and comfortable!
Erice is a magic place with its paved streets, its castle, its towers and its old churches.
there are also many restaurants and souvenir shops in Erice.
From the “Balio gardens” you can admire a wonderful panoramic view of Trapani and the “Egadi islands”. Here you can take fantastic photos!
Erice is called the “City of science” because of the famous centre of scientific culture “Ettore Maiorana”: here scientists from different countries meet in every month of the year.
La dea ericina
La cintura ricamata e variopinta di Venere, un giorno cadde sulla Terra, avvolse una vetta e l’abbellì con i suoi incanti: quel monte era proprio Erice.
Ecco perché sulla cima fu eretto un tempio dedicato alla dea.
Da lì partivano e arrivavano le colombe a lei sacre e un fuoco sempre eterno guidava, come un faro, marinai e pellegrini.
Il castello di Venere
Il Castello di Venere sorge su una rupe isolata sulle rovine di un tempio elimo-fenicio-romano. Si caratterizza per le maestose mura ornate di merli ghibellini. Un tempo, vi si accedeva attraverso un ponte levatoio. Dal suo interno si ammira una vista panoramica meravigliosa. Vi si trovano reperti archeologici databili fino all'età normanna, come le terme romane, il pozzo di Venere, un tunnel medievale e le carceri borboniche.
La storia del Castello ha origini lontane, quando i Sicani giunsero sulla vetta del monte Erice e crearono un'ara all'aperto dedicata a Venere: la Dea dell'amore e della fecondità, nonchè protettrice dei naviganti. Successivamente, anche altri popoli come gli Elimi, i Punici e i Cartaginesi mantennero il culto della Dea. I Normanni cancellarono ogni rito pagano, distrussero il tempio e costruirono il loro maestoso maniero denominato "Castello di Venere".
Le tre porte
Anticamente ad Erice le tre porte di accesso al paese, Porta Spada, Porta Trapani e Porta Carmine, avevano portali in ferro.
All'imbrunire, ai primi rintocchi dell'Ave Maria, le tre porte venivano chiuse.
Il lampionaio, camminando per le viuzze, accendeva le luci giallastre dei lampioni e ripeteva monotono: "Sona l'Ave Maria e c'unne 'ncasa è pi la via...
Le tre porte venivano riaperte l'indomani all'alba.
(tratto da "Il libro di Erice")
Le antiche mura in pietra, chiamate ciclopiche perchè dalle dimensioni gigantesche, furono originariamente costruite nell’VIII sec. a.C. dagli Elimi, popolazione di origine incerta; successivamente, nel VI sec. a.C., furono rinforzate dai Punici e, dopo rifacimenti di epoca romana, furono completate dai Normanni.
I resti si sviluppano lungo un percorso di circa 700 metri.
Lungo tutto il perimetro murario sono ancora presenti le tre porte che facevano da ingresso alla città: Porta Spada, Porta Trapani e Porta Carmine.
Porta Carmine
Porta Trapani
Porta Spada
Le lettere fenicie
Le lettere fenicie incise sulle mura ciclopiche di Erice stanno facendo impazzire gli studiosi.
Qualcuno ha tradotto queste lettere fenicie con le parole OCCHIO, BOCCA, CASA.
Il significato dell'iscrizione sarebbe allora il seguente:
Le mura hanno gli occhi per vedere il nemico, la bocca per mangiarselo e sono la casa sicura per gli abitanti del paese.
Mio nonno, che faceva il muratore, dice invece che le lettere sono la firma dei muratori fenici che hanno lavorato a quella gigantesca costruzione.
(Tratto da "Il Libro di Erice")
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