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Anna's Training

by Aoidos Cre-azione teatrale

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dimensione degli assilli giornalieri e a varcare la porta di un mondo altro, quello degli impulsi, degli istinti, della gioia, della condivisione. Nelle varie sessioni si lavora alternativamente in modo mirato su alcuni aspetti:


- allineamento del corpo
- verticalità / orizzontalità
- equilibrio
- 3D nello spazio – orientamento – 360°
- presenza nello spazio – rapporto con l’ ambiente esterno
- give and take
- impulso / reazione
- inside / outside

In realtà i due concetti principali, da cui derivano gli altri, sono la presenza e il give and take (prendere e dare). Quante volte ho notato nei nuovi partecipanti la tendenza a vivere gli esercizi in una propria dimensione di isolamento, cercando, spesso ad occhi chiusi, un’ispirazione, un soddisfacimento interiore, immaginando forse che questo “godimento” sia automaticamente condiviso da uno spettatore. Allora devo ripetere, quasi ossessivamente “apri gli occhi, apri gli occhi, dove sei? esci dalla tua bolla”. E li stimolo a reagire, a rispondere ai miei impulsi, ai miei movimenti. E quante volte ho visto aprirsi un volto, quante volte ho letto la sorpresa improvvisa negli occhi improvvisamente ridenti, luminosi. E senza più chiedersi perché, il corpo agisce, vive, salta, vola, danza.


Un obiettivo importante per un Performer, il cui materiale è il proprio corpo, è sviluppare una buona consapevolezza corporea, in inglese: body awareness. A questo scopo si praticano, durante ogni sessione di lavoro, con una necessaria “turnazione”, diversi esercizi presi da varie discipline, quali yoga, pilates, biomeccanica, mimo corporeo, body fitness. Sono inclusi:
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- esercizi di potenziamento
- esercizi di segmentazione/rotazione di distinte parti del corpo
- plastiques
- esercizi di tension / release
- esercizi per la flessibilità della spina dorsale
- lavoro con le articolazioni di mani e piedi

Tutti gli esercizi, spesso già noti a chi pratica altre discipline corporee, sono altresì trasformati in spunti per stimolare la creatività: essi sono e-motivati. Questa è un’espressione che viene dall’inglese e-motivated e che ho letto in un testo di Arthur Lessac. La uso volentieri perché è proprio il termine che mi mancava per descrivere l’uso di questi esercizi. L’esercizio viene “sollevato” dalla sua dimensione arida di esercizio ginnico, in quanto si associa un’immagine (per esempio albero, cascata, giorno-notte, luce-buio, colori), che è fisica, tattile, uditiva, olfattiva, e può stimolare il Performer ad associare il movimento richiesto dall’esercizio a ricordi personali, oppure può aiutarlo a crearsi un paesaggio intorno, a vivere l’esercizio in una dimensione plurisensoriale. Variando energia, velocità, dimensione, si attivano anche stati emotivi diversi. L’esercizio insomma favorisce l’interazione tra corpo e immaginazione. Parlerò ancora dell’immaginazione, questo strumento fantastico, fonte inesauribile di ispirazione, sorgente di creatività.

Il secondo passaggio è la sequenza. Si collegano 5-6 esercizi formando una sequenza fissa, ripetibile. Può essere una sequenza praticata da tutto il gruppo in sincrono, oppure una sequenza individuale, che diventa un primo modo di lavorare con una “partitura fisica”; infatti può essere accompagnata dalla voce: testo, canto, risonanza vocale. Non si sottovaluti in questa fase l’importanza della precisione tecnica nell’eseguire gli esercizi. Non è solo una questione di consentire che l’esercizio raggiunga il suo scopo, per esempio lavorare sulla flessibilità, sulla coordinazione o sullo scioglimento di un’articolazione, ma anche e soprattutto una questione di disciplina, di abituarsi
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