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Mediterraneo racconti di viaggio

by Isabella Mecarelli, 6 puntata

Pages 12 and 13 of 18

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Questo fatto mi faceva venire in mente un film visto tempo addietro, che mi aveva molto colpito: “Birra ghiacciata ad Alessandria”. Il titolo si riferiva all’ambito premio che i protagonisti si erano prefissi come obiettivo, qualora fossero riusciti a scampare alle insidie di una traversata avventurosa nel deserto egiziano durante la seconda guerra mondiale. Fu durante questo viaggio che ne capii il vero significato.

Tornati al campeggio, trovammo i tedeschi intenti a preparare la cena: quello che aveva l’aria del capo comitiva stava rimescolando il riso su un fornello da campo, e quando ogni tanto si spostava per aiutare i compagni a preparare la tavola, si muoveva con andatura a scatti piuttosto buffa; ovviamente gli appioppammo un soprannome.

Da allora divenne il Papero e ripetevamo quel nome sul motivo del jingle del programma radiofonico Il Gambero allora trasmesso alla Rai.  
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Nel frattempo era calata la notte e occorreva prepararci il giaciglio. Imitando gli altri turisti, rinunciammo a piantare la tenda: risparmiare questa fatica offriva anche il vantaggio di poter godere al meglio il riposo notturno. Sistemate le brandine sulla nuda sabbia, in modo che fossimo al sicuro da ospiti indesiderati, ci sdraiammo per dormire per la prima volta all’addiaccio, avendo per tetto… un cielo di stelle. Dapprima l’aria ancora arroventata recò un certo fastidio, verso le dieci cominciò a mitigarsi, finché l’ambiente si rinfrescò raggiungendo la temperatura ideale per il corpo umano. Rolando era in costume, io indossavo una camicia da notte impalpabile.
Non si sudava né occorrevano lenzuoli, mentre sdraiati supini con gli occhi spalancati, scrutavamo il manto azzurro cupo sopra di noi. Era tempestato da una miriade di stelle, nel cui insieme spiccava un fulgore ancor più chiaro, la larga striscia luminosa della via Lattea. Come potevamo addormentarci, distratti come si era da quel firmamento? Contemplammo a lungo, estasiati, quello che sarebbe rimasto ricordo indelebile non solo del viaggio ma della nostra vita.
Il fascino magico, misterioso di quella notte ci avvolse in un abbraccio, o meglio ci agguantò sollevandoci in una dimensione mai provata trasportandoci in un mondo dove tutto è possibile: la sabbia è diventata mare, il vento un amante caldo e sensuale. In questa immersione nella natura, senza schermi di protezione, mi è sembrato di cogliere l’essenza del mondo.
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